Come sfera nell'Universo mi lascio andare... immersa in colorati tramonti continuo a sognare... e tocco aria e tocco sponde e confini immaginando di stare vicini Eccoti calda sensazione... poterti chiamare... emozione!
Lascia che ti accarezzi il volto accompagnando nella carezza il ricordo di quando ero bambina e tu accarezzavi me, rivedendo te piccolina
i folti capelli bianchi, gli occhi infossati e stanchi ti osservo e mi si stringe il cuore gonfio com'è d'infinito amore.
Spesso mi assale la paura che tu mi possa lasciare ma non riesco a raggiungerti... non riesco a tornare ferita come sono, dopo essere stata tanto male... e non vivo il mio tempo... e lo lascio passare scrivendo di te, di me... di ciò che vorrei fare.
Fammi una carezza che mi porti la dolce brezza del vento che si annidi nel mio cuore ormai spento e mi porti i ricordi di una ninna nanna per rivedermi addormentata sul tuo petto... ancora una volta... mamma.
Per te, che non abbassi mai lo sguardo salti le interferenze della vita senza rinunce punti al tuo traguardo ribalti e giochi audace la partita
per te che sai difendere il tuo onore addosso a ogni parete sei schiacciata e interroghi ogni giorno mente e cuore perché la gente ha solo una facciata
per te dal mondo sempre giudicata nel masticar silenzio e sofferenza provata, ad esser data per scontata impasti nel tuo tempo la coerenza
per te che non t'arrendi, e ti sollevi e gridi a tutto il mondo che sei donna e il conto che non vuoi tu non lo devi ch'è di granito fatta una colonna
per te, io metto solo le parole e il desiderio di restarti accanto perché con te io vivo pioggia e sole mi nutro di un sorriso e di un tuo pianto
ti porti appresso mete di valori e nell'esempio che tu dai ogni giorno si apprezzano scolpiti i tuoi tesori perché tu sai far ricco chi ti è intorno.
E il fumo acido rendeva ciechi gli occhi e l'aria irrespirabile si dissolvevano attimi di vita nella polvere mentre nel cuore del mondo copiose scendevano le lacrime che rendevano perdono e pace parole incomprensibili.
Lacere ferite da guarire come profonde radici di speranze da non far mai morire.
Sei tra le mie mani così duro, rigido ti sbatto, ti strizzo e tu... così bagnato, pesante, provochi la mia rabbia... perché se non si fosse rotta la lavatrice ti avrei schiaffato lì, jeans di merda!