Lasciala dormire. All'alba di ogni giorno si fa amare. Da mille rumori violentare. Raccoglie vecchio e nuovo dentro al cuore. Accoglie tanta gente con onore. Ladra di sogni, Roma sa gioire.
Due maschere. Una cela un'anima l'altra... è vuota. È solo un clone d'emozioni È coreografia È colore Ma non è respiro. Ma una sola anima... non attrae è la confusione, il caos, lo spettacolo... la follia interpretata... che cattura gli sguardi... In questo nostro secolo si è persa la meraviglia ecco... perché due maschere... due personalità... oggi, alimentano la curiosità di questo nostro... vivere carnevalesco.
Mastro Geppetto, il falegname di un noto luogo decise quella sera di accendere un bel fuoco! Mise così i ciocchi nel camino e con la sedia si accostò al calor vicino... fu così che vide quel tronco chiaro un ciocco, a dir poco, quasi raro! Diritto, come un valido soldato troppo bello per finir bruciato!
E lui che si sentiva così solo, poverino... decise di dar vita... a un burattino! Prese la pialla e lo scalpello senza saper che stava per crear... un bel monello! Lo costruì un po' birichino tutto di legno... con un bel nasino! Fu così che nacque un burattino che assomigliava davvero ad un bambino vestito di tutto punto, quasi perfetto aveva sulla testa un giallo cappuccetto!
Ne fece di birbe, quel monello... che ogni giorno trasformava in carosello! Aveva naso lungo e gambe corte e per compagni il gatto... e poi la volpe! Invano lo consigliava la fatina divenuta per lui la sua mammina era un continuo dir bugie... ne aveva pinocchio di sogni e fantasie! Era per Geppetto una gran pena tanto che finì nel ventre di una gran balena!
Ma poi quel burattino smise di dire bugie e si sa, bambini, come sono le magie... mantenne le promesse al suo babbetto cosicché diventò un bimbo perfetto e del legno suo restò... soltanto un giallo cappuccetto.
Cammina nel bosco, spedita e sicura allegra, cantando e senza paura da sotto il cappuccio e stampato sul viso... rivela un dolce, largo sorriso!
Aggira cespugli, salta un bel fosso la piccola, astuta, Cappuccetto Rosso! Ha occhi scuri e l'aria furbetta la nonna l'aspetta nella vecchia casetta
incontrerà il lupo, nel bosco, è sicuro... e non ci sarà a proteggerla un muro! Falso e cortese, bugiardo... è palese per Cappuccetto saranno sorprese!
Ma la storia voi già conoscete... non starò qui a narrar, già che sapete il lupo, la nonna, il cacciatore... il lieto fine nel vostro cuore.
È del cappuccio che io voglio parlare siate ora attenti, ad ascoltare che quel copricapo colore del fuoco portò a lei fortuna e neanche a dir poco!
Perché fu il cappuccio, lasciatemi osare che il cacciator, nella selva, vide spuntare nel verde, quel rosso... era un raggio di sole lui seguì quella luce, dal distinto colore...
di panno lence, mantella incorporata fattura splendente, da mani di fata e la mamma che lo aveva messo su quel visetto tondo creò così una favola... famosa in tutto il mondo!