Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Le chiavi del cuore
Ho lasciato con fiducia a te le chiavi del mio cuore,
ma lasciar le porte aperte a volte è un gran dolore.
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Ho lasciato con fiducia a te le chiavi del mio cuore,
ma lasciar le porte aperte a volte è un gran dolore.
Disarmanti muraglie di parole incatenate l'una all'altra che inneggiano al razzismo
ostacolano il mio modo di pensare con disinvoltura
Un brivido percorre la mia schiena... ho paura
vorrei avere in mano dinamite per lacerare queste mura
Ma esploso questo muro
non cambierebbe niente
altri sono già pronti per ospitare frasi irriverenti
Vorrei inventare una granata carica d'amore
amore solamente
E far crollare i muri
nei cuori e nella mente
di certa gente.
Che caos
che continuo movimento
attorno a questa grande tavola
Gente che si alza e se ne va
lasciando un vuoto
a chi gli era seduto lì vicino
altri prendono posto
e continuano il cammino
E poi di nuovo via
un altro cambio
intreccio di destino
un vecchio che si alza
lasciando il posto
ad un bambino
Che continuo movimento
attorno a questa viva tavola
raggi di luce chiari di luna
amori e tormento
Che continuo movimento
attorno a questa dolce tavola
chi vive a stento
chi come in una favola
Che continuo movimento
attorno a questa strana tavola
chi se ne va con un lamento
chi arriva con un gemito... contento
Che continuo movimento
attorno a questa emozionante tavola
cuori che si rincorrono
in ogni direzione
e unendosi danno vita all'emozione
Che continuo movimento
attorno questa immensa tavola... del tempo.
Acrobata inesperto nel circo dei legami
nodi di vita segnano il mio corpo
ma liberi ho pensieri e mani
Il cuore bilancia con i battiti i miei movimenti
ed io cammino in equilibrio
sopra i sottili fili dei sentimenti
Giocano i sogni l'equilibrio oscilla
ad ogni passo falso sopra i fili
s'accende una scintilla
Attorno a me c'è gente sempre pronta a giudicare
convinta che io ricerchi solo il sesso... e non l'amore
e sembra aspetti e dica... prima o poi dovrai cadere
ma io non guardo giù e continuo a camminare
Sorrisi preparati abbagliano i miei occhi chiari
e a volte sbaglio filo... attirato da falsi scenari
Sono un acrobata inesperto nel circo dei legami
ma non sento più nodi
e mi rivolgo a te
con il cuore tra le mani.
Ascolto la notte
l'andare al di là
per trovare
un
ritorno
riflessi che sventrano
o
che girano intorno
e
resto stupito
di quanto la notte
mi parli del giorno.
Il fontanone era così stracotto
che
si sentiva solo
e
preso dalla noia
cominciò
ad erogar barolo
spicchi ceramici
alloggiavano puntine
senza gusto
lo specchio
messo ad arte per ingannar la vista
mostrava spazio immenso... vasto
l'attore
e
il produttore
stremati dalle ore
veli sul volto
come fumo del vapore.
C'era solo pane
e non focacce.
Mammamia!
Che facce.
Non son mai stato un grande atleta
nessuno mi ha insegnato a far miracoli
penso che sarei scarso
anche nel saltar gli ostacoli
Ma se solo avessi sentore
del tuo cuor per me aperto
Attraverserei l'oceano a nuoto
e a piedi il deserto.
Lassù nel sottotetto
della mia vecchia cascina
tra i coppi sostenuti dal
legname
vivono tranquille
due civette nane
simpatiche... coinquiline
che vanno a far la spesa
all'imbrunire
e rientrano quando il mio corpo
ha smesso di dormire
ali vestite di silenzio
notturne cacciatrici
d'arvicole... d'insetti
non pagano pigione
loro erano già qui
credo... sian le padrone
distinguo
i loro canti
i voli di ritorno
che si accentuano
dopo ogni primavera
lassù nel sottotetto
tra i coppi sostenuti dal legname
vivono tranquille
tre civette nane.
Guardare dal fondo
di un pozzo rotondo
il sole
lassù
ma... prima
ero piuma
mi sento pesante
quaggiù... e non trovo la luna.
Mi han detto
dovrai renderti invisibile
dovrai tacere
e
non ascoltare.
Impossibile
tutto questo.
Quando hai di fronte l'amore.