Amici solo amici, abbiamo detto ieri Solo persone che si voglion bene, non siamo né rivali né stranieri e neanche gente che si sente "insieme".
Perché il tuo sguardo non abbandona il mio, e perché il gergo è sempre più assonato? Un lieve tocco e un semplice fruscio Ed oggi sei il mio dolce fidanzato.
Amore solo amore ci trattiene E l'amicizia è andata un po' più in là Oggi io vedo come stiamo bene Uniti per la vita e per l'eternità.
Un giorno forse noi ritorneremo amici O forse l'odio ci separerà: ma non importa perché se lo dici ogni pensiero dolce finirà.
La strada che da te m'ha separata È lunga e torta e nessuno l'ha spianata:
Ricordo che è iniziato in una sera: sul bivio c'era scritto "vai di qua" ma i fiori e l'aria a primavera chiamavano il mio corpo per di là. Ricordo che correvo disperata, le luci intorno non mi risvegliavano, volevo rimanere innamorata, e il senno e la ragione non mi consolavano. A un tratto in una scritta lì impiantata, ho letto: non sei più desiderata, e il vento col suo fare da pirata m'ha preso stretta e via m'ha trascinata. Aiuto mi gridava forte il cuore: lasciatemi sperare nella vita e poi ci siam giurati eterno amore: ti prego non lasciar che sia finita. ... Ma poi, abbandonata sul sentiero, ho visto un uomo lasciato dall'amante. Un attimo e lui non mi era più straniero: l'amore è rifiorito in un istante. Un muro che si sfalda lentamente ben presto viene su ricostruito chissà che non resista eternamente e non che crolli sfiorato con un dito.
Devo dire che mi piace il tuo sorriso, devo dire che stasera mi hai incantata, devo dire che son sola nel tuo viso, e nemmeno la paura mi ha fermata.
Ma una cosa più d'ogni altra la direi: è che il giorno si avvicina alla tua sera, tutto il bene che nel sogno ti darei, si è gettato tra le fronde a primavera.
Un amore abbandonato non si perde Nel perdono silenzioso si introduce, guarda, ascolta, pensa e poi nel verde del tuo cuore solitario mi conduce.
Un paio di labbra sudate, quest'oggi si sono toccate. Le mani cadute sui fianchi, lo sguardo socchiuso sui corpi già stanchi. La voce fermata su poche parole i venti dei nostri cammini portati vicini dall'ultimo sole. Parole riunite in dolci pensieri ci svelano cose già udite nel tempo di ieri... Seduti sui lunghi sentieri riposano i nostri destini, sfiatati da erte salite e da ripidi clini. Momenti di attesa e di luce e giorni di pace. La vita serena mi appare: un sogno che giace fermato nel nitido mare.
La vita è un grande serpente, sul quale ti arrampichi faticosamente, e quando giungi alla cima, esso ti morde e tu cadi avvelenato, senza la forza di risalire.
O mano mia veemente, carezzami la mente. O fulmine o boato, colpisci il mio peccato. O vento biricchino, solleva il mio destino, Che il sale ormai straniero, non nutra il mio pensiero.
Nel suolo e nel mio viso, rinascono le viole. In fondo al mio sorriso, c'e un attimo di sole. In tutta la mia storia, ho visto una giornata, risplendere di gloria, sorridere accasciata.
Tra il pianto e la pazienza, c'e un seme di illusione, c'e un atto di presenza e un grido di passione. In fondo al mio gridare " non essere marrano", ti ho visto ritornare a prendermi la mano.
O dolce mio signore puoi rendermi il mio amore, O piccole fatine sondate le mie stime O grande Dio del pianto proteggimi d'accanto: ancora un sentimento, e fuggirò nel vento.
E mi nascondo, col volto coperto di pianto, lontana dai colori del mondo, portando le labbra al tuo manto, sperando nel tempo infecondo.
Mi diparto da chi mi domanda, sorridendo di dargli un sorriso, mentre il cuore ancor vivo comanda una nuova speranza al mio viso...
... Non ricordo nemmeno il tuo odore che, mischiato nel vento, mi faceva impazzire io correvo seguendo il rumore di un misto tra amare e soffrire.
Ma ben presto cadevo.... nessuno mi offriva la mano e solo il destino mi invitava lontano: tante e lunghe parole... ... per poche illusioni di sole; e il piccolo fuoco annidiato nel seno intanto cresceva sul verde terreno.
Un tantino di meno sarebbe bastato, a non farmi capire il mio gioco spietato: quante foglie da allora ho gettato lontano quanti rami ho strappato e bagnato... ma inutili gesti e sprecati pensieri han ben definito i miei desideri.
Tu eri nel vero: io vivevo di un sogno straniero e le porte che ho attraversato non hanno svegliato il pensare sincero di un cuore colpito dal fato ... se solo io avessi sfruttato le poche parole che avevo imparato: altruismo, virtù e forse anche amore, ti avrei certamente scordato tagliando quel filo sottile e velato che imbriglia il mio cuore.
L'avrei dunque spezzato, e senza ricordi lontani avrei scelto e forgiato un roseo domani.... ma nulla di ciò che ho narrato è parte di me, il mio unico e splendido fato è intriso di te: quell'occhio straviato, quel viso sudato e quelle parole che parlano sempre d'amore; la voce un po' strana, la fretta e la calma un po' indiana, un misto di gioia e timore per rendere viva l'attesa più lunga e lontana.
Il tuo corpo non c'è ma io non ti chiedo dov'è: aspetto nel tempo infinito, assieme a chi mi ha capito, coperta di zuccheri e ori vestendo i veri squallori di semi di rose e di prato creandomi un mito ogni giorno più scarno e sguarnito ma di nome Renato.
Un sorriso alla vita hai dato stamane per noi ti abbiamo pensato, ti abbiamo voluto e tu ci hai sentiti, nel buio dov'eri, immerso nel tetro, hai vestito la luce di un nuovo colore. Per noi che soffriamo, hai reso alla vita un nuovo tepore, nel vento che amiamo, hai sparso la voce di un nuovo rumore, nel sole lontano, hai dato al destino un nuovo sapore più umano, e mentre giocavi col cuore, hai spento l'orribile dubbio che noi temavamo. Poi, sei stato vestito di bianco e innalzato al potere, nemmeno uno spazio di luce potevi vedere... ma, dentro al tuo cuore, la densa materia ti dava una nuova speranza,... più seria e il seme che hai dentro, incartato, sarà nuovamente sbucciato, per dare un sorriso alla vita ... e a chi ti ha creato.
Il segno inciso nell'ultimo gioco, nascosto da un velo di gioia, è arso nel nitido fuoco, scoppiato in un'ora di noia. Ho visto le stelle cadere dal cielo sentito la voce del vento... sembravano luci scattate nel gelo di un cuore sgomento. Parevan parole già note confuse da fischi vibranti... ma tutte le cose remote, sentite nei tempi distanti, confondono poche parole rimaste per caso incastrate nell'ultimo raggio di sole. Venite e ascoltate e poi giudicate la vita io ho visto rinascere fiori su terra bruciata e appassita e ho scelto i giusti colori. Le lunghe giornate trascorse nel vuoto le ho tutte riempite di te: mai più ricadranno su me per farmi tornare nel tempo remoto.