Scritta da: Pippo54
in Poesie (Poesie personali)
E... ancora mi inondi di versi, ancora mi lasci da solo, mentre la veglia tarda il sonno avvicina le menti.
Composta domenica 17 novembre 2019
E... ancora mi inondi di versi, ancora mi lasci da solo, mentre la veglia tarda il sonno avvicina le menti.
Fa' che il verso sia diverso quando
senti questo cuore, solo allora posso
dire che sei tu il mio vero amore.
Umile gesto è appartarsi nei versi
come gli uccelli sui rami e nei nidi,
si sente la brezza si danno carezze.
Io per te non provo niente
solo il gusto del momento,
poi raccolgo le mie cose e
cammino sempre avanti.
Tu per me non vali tanto
solo il tempo di un concerto,
l'armonia ti manca sempre,
tu non credi che a te stessa.
Io per te sono un incanto
l'armonia che a volte manca
e quel piglio che sovrasta
ogni debole pensiero.
Noi siamo due anime diverse
l'armonia che non ci manca
ma che si disperde nei rivi
fino al mare e non rimane
quasi niente.
Se ti accorgessi di me
il respiro del vento sarebbe costante
i tuoi occhi nei miei darebbero vento,
l'ascolto del mare sarebbe uragano.
Sei distante tu
Come il sole quando è caldo
Come quando piove tanto
Come vento di ponente
Che riflette i miei tormenti
Non ti accorgi del bel tempo
Quando avanza per i colli
Tu sparisci come niente
Non ti avvedi del bel canto.
Dietro i frutteti arroganti passioni
dolci e interminabili aurore,
coraggiose carezze alla controra.
Quando gli occhi sono nascosti in
solitudine e la verità ritorna breve,
le pareti sono vuote e i sogni nudi,
all'alba.
Realtà miste a bugie strappo le rive
di questo fiume di parole e mi adagio
all'ombra prima di essere ferito.
Vieni in quest'ansa che mi gira d'intorno
in questo vortice dove trovo la pace
nell'equilibrio che sovrasta i pensieri.
Vieni.
Ti racconterò un giorno le mie
lunghe notti, le mie peripezie
i miei dubbi sull'esistenza infinita.
Racconterò di mondi distanti dove
non esiste bisogno, dove le persone
si amano tanto.
Ti racconterò i dubbi e le incertezze
fatte di carezze, senza chiedere niente
solo bisogno d'amore e null'altro esigo.
Terrò aperto il cuore, in grandi spazi
adagerò la mente, senza preconcetti
sarò solo usignolo che canta.
Eppure la notte non dormo, veglio
le rose guardo le spine, il calore del
vento è un soffio costante, ma è solo
un momento un grigio ricordo.
La tua faccia non conosce la luce
si spegne al mio sguardo e non mi
ricorda, io fantastico e penso a tempi
lontani a quando conoscevi i miei sogni.
Le mani intorpidiscono al vento le dita
sulle rose accarezzano seta, mentre le
spine sono nelle carni, io prego.
Non conosci più il tempo solo piccoli
sussurri nel nudo istante, quando le
cicatrici si fanno carne, quando fissi
la finestra mi fai un sorriso.
Vola la mente e il triste ricordo, nella
mia casa non c'è più pace, padre mio.