in Poesie (Poesie d'amore)
Delicata (debolezza)
squassi
l'equilibrio di me.
Composta sabato 9 aprile 2016
Delicata (debolezza)
squassi
l'equilibrio di me.
Aspettare
perdendo un po' di sé;
non capire
che ad aspettare in eterno si può, magari,
appassire.
Fra la folla
scorgesti i tratti di me.
Non pronunciasti parola.
Ma dipingesti un sorriso e,
molto più mi apparve nitida la debolezza per te.
Coccolo il tuo ricordo,
è dura lasciarlo andare.
-ruberò la grande clessidra:
il tempo non lo lascerò passare. -
oltre quel muro,
l'ignoto.
-non oltre!
Non oltre, non proseguire. -
gridavo.
Svanivi.
Vorrei mi potessi sentire.
Il color argento
dei suoi capelli
mi rimembrava lo scorrere
della vita:
giovane tramonto a spegner la giornata.
Ed io, non ti lascerei passare.
Mai.
Sei fragile voce
di un sorriso
dal tempo sbiadito, eppure,
mai del tutto appassito;
sei ciò che mi resta
in mezzo a sto vuoto:
fragile
fiocco di neve
ti sciogli al primo tepore.
Tremare
in un abbraccio
(non una parola):
quasi a dire
-sei il senso di me-.
Fra la gente
niente di te.
Invano ti cerco nell'abitudine
di un tempo che cambia.
Irrompe (prepotente)Silenzio
e tu,
non ci sei.
Mi spegnevo
quando non c'era,
per poi tornare a brillare
solo sentendolo nominare.
Niente mi dà gioia,
se non averlo qui.
Niente fa male,
se non la sua assenza
e, la mia folle speranza
di averlo ancora,
per un breve istante
(e ritrovare il senso di me).
Fra i vicoli
gentile sussurrare
di sguardi.
Ricordi pesanti
come macigni
su di noi.