in Poesie (Poesie d'amore)
Dolce era la tua voce
ormai fattasi amara
dal disprezzo che, il tempo,
a nessuno risparmia.
-In questa grande gabbia-
grido
-un tempo volavamo! -.
Composta sabato 12 marzo 2016
Dolce era la tua voce
ormai fattasi amara
dal disprezzo che, il tempo,
a nessuno risparmia.
-In questa grande gabbia-
grido
-un tempo volavamo! -.
Con la forza
di un silenzio
resto qui a guardarti.
Fra le macerie di noi,
di ciò che non si può raccontare,
verrò a cercarti
nel punto più profondo del mare,
ed annegherà la paura.
Sopravviverà l'amore
con la debolezza dei respiri trattenuti
sussurro (che in fondo)
-mai ci siamo perduti-.
Nella polvere dei ricordi
disegno granelli di antichi sorrisi,
sfiorando secondi
che diventano minuti,
e questi si trasformano in ore.
E sembrano passare anni,
e vite,
e sono ancora qui:
immobile,
immersa nel fiume del tempo,
che scorre.
Ma io non scorro mai.
L'amarezza di realizzare che si va avanti
e un po' ti manca ciò che è stato.
La speranza.
L'attesa di ciò in cui hai tanto sperato.
Sta andando tutto nel migliore dei modi.
Ma un po' ti manca la tristezza del poter fallire.
Adesso che non hai più niente da perdere
ma tutto da guadagnare
da conquistare
vivere
amare
ogni giorno un po' di più.
Più di ieri e
meno di domani.
Non saprei spiegare.
Era notte ed il pomeriggio
è arrivato in tutta fretta.
Temo lo scorrere inesorabile
del tempo.
Il ritorno del buio
che avvolgerà ogni cosa
per non restituirla più.
Resterei qui, io,
a leggerti,
interpretarti,
cercare di comprenderti.
Resterei qui,
di fronte a te:
poesia, mia preferita.
Ti dirò
che l'inverno non è mai stato più freddo.
Dirò che gli abbracci improvvisi
sconvolgono,
che le persone non cambiano,
non per davvero.
Che non sembrava vero
averti vicino
e non saper spiegare
che le carezze
che illudono
fanno male.
Se ti viene la pelle d'oca,
e nessuno ti scalda:
l'inverno è gelido,
non ci si salva.
D'impetuosa gioia
vestii il mio corpo,
coperto per tempo
da neri coriandoli
di rancore.
Indossai le mie stelle migliori
per far tornare un po' di colore.
Per sussurrarti che magari
potevi tornare,
anche restare.
Mi ci specchio ancora nei ricordi,
ancora cerco di assomigliarti.
Nascosti negli abissi di ieri,
restano prigionieri i miei pensieri
e ancora non ti so spiegare
com'era esserci quando tu non c'eri.
Sovente faceva male
rimuginare su quelle parole,
tu, nei ricordi,
eri amore.
Spiegare
che l'inverno è gelido
e ti aspetto tornare,
diventa difficile
quando amore è scambiato per affetto,
quando mi stringi.
Ed i pensieri si dissolvono.
(In mille coriandoli).
I mattoni rossi
di quella casa abbandonata,
il suono stridente
delle porte che cigolano.
È freddo,
nelle ossa di chi aspetta,
senza mai veder realizzarsi,
quel sognato avvicinarsi di passi.
Spero tu venga;
sto tremando,
immobile su questi gradini.
Quasi mi sembra
di sentire i tuoi passi un po' più vicini!
Con l'immortale speranza,
ed un ricordo:
tenera carezza
che mi culla quando non ci sei
-non resta tempo per dolore-
cullami con la tua voce calda che giunge
fino al cuore.
Mi descrivi le stelle.
Ed io, le più belle scorgo in te.