Scritta da: Silvana Stremiz

Mv Etireno

10 anni
gli occhi venduti
tra lo squittire della cambusa
e come mozzo il tuo aguzzino
e come mozzo il nostro silenzio "capitale"
Etireno
vapore di (dis)umana vergogna
per i tuoi pirati mercanti
che scaricano il respiro virgulto
come carne da vermi
per la bilancia pingue
della puttana opulenza
9 anni
le pupille staccate dal corpo
piovono a terra immobili come salme
nell'olio della sala macchine
ghiacciati dalla lama
di un futuro di strade a lampione
Etireno
vapore di (dis)umana vergogna
per i tuoi negrieri
e il nostro silenzio "capitale"
11 anni
occhi di petrolio
500 franchi di vita
la morte con la bava della fame
sulla piroga
e il nostro silenzio "capitale"
Ivano Malcotti
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Dentro un bicchiere

    Dentro il vetro del bicchiere
    mamma
    le onde delle vene
    hanno ancora il sapore dei tuoi vent'anni
    i lividi sembrano scomparsi
    mentre bevi questo fottuto goccio di vita
    e ti perdi nell'illusione del veleno.
    Torni la piccola principessa
    col mondo tra le unghie
    e il futuro nelle labbra di un poeta.
    È il vetro scheggiato
    mamma
    che ti plana nell'inferno
    e tremi come fumo di sigaretta
    mentre racconti sempre la stessa storia
    con la passione del tuo fiato spento
    ferita dal rantolo di un singhiozzo.
    Dentro il vetro del bicchiere
    mamma
    brucio la fiducia
    che tutto abbia un senso.
    Ivano Malcotti
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Otto e mezzo

      Sono apparsi tutti
      i personaggi
      del mio povero proscenio
      con superbia tracciano l'ultimo scorcio di via
      custodi del provino
      di chissà quali comparse
      o supponenti primiattori.
      Io sono l'edificio
      cementato dalla loro presenza
      quasi come forme sull'orlo del tempo
      madri presenti.
      Li sento nella circolazione sanguigna
      dei muscoli
      col tonante fragore dell'assoluto.
      Operai instancabili
      dei pensieri fragili
      medici della filosofia quotidiana.
      Mattatori che si alzano
      dall'obitorio della notte
      raccontano vecchie storie
      sempre le stesse
      con lo stesso viso di allora
      e lo stesso suono della laringe
      il monologo della vita.
      Ivano Malcotti
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Vita

        L'orizzonte tra le fusa
        di un aquilone
        che si sposta nelle onde del vento
        sul ciglio di un mondo deserto
        gli occhi fissi al barlume di un cielo muto
        senza risposte: ad ogni pensiero
        ceruleo o nelle liti tempestose
        carcerato nel singhiozzo del reale.
        Ora solo un campanaccio
        di ritorno dall'alpeggio
        mi cinge con vigore
        alla parata della vita.
        Ivano Malcotti
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          La rivoluzione

          Nella simbiosi dei mille colori dell'epidermide
          negli stessi deboli neuroni
          la rivoluzione
          nella scuola per l'unico fine: l'emancipazione
          e la scure al cervello
          della scuola delle differenze
          la rivoluzione
          a bersaglio del dogma
          ma nel centro libero
          della comune umana
          la rivoluzione
          nella ricchezza di tutte le voci
          e nei generi scrollati
          dal potere del dominio
          la rivoluzione
          l'orizzonte della dissoluzione
          dell'afflato padrone
          e il naufragio cosciente dell'individuo solo
          la rivoluzione
          l'economia del destino dialettico
          che si esaurisce
          nella rivoluzione.
          Ivano Malcotti
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Lettera da te Sono stanco
            mi scrivi
            sono stanco
            della notte delle streghe
            dello sguardo sempre uguale
            sul mio culo da lebbroso
            mi scrivi
            è difficile sai
            terribilmente difficile
            prendere la responsabilità di essere frocio
            sono stanco delle omelie
            delle tonache con gli scarponi chiodati.
            Che senso di nausea
            di schifo
            mi scrivi
            baciarmi nel buio come un assassino
            sfiorare l'amore nella prigione del silenzio
            rubare la felicità dietro i vetri
            nascosto dal mondo "normale"
            e fuori solo dita puntate
            parole di veleno
            sulle mie cosce aperte come una puttana
            sono stanco
            mi scrivi
            non combatto più
            "l'inferno sono gli altri"
            Ivano Malcotti
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              La Tregua L'occhio non vede
              dove il cuore incespica
              e il palpito incolore s'incaglia sui binari dell'indifferenza.

              La memoria si è affievolita
              imbarbarita e sola
              posta sull'altare del buio.

              Sono segni da restituire
              per la pianta assetata dell'uomo
              per i figli orfani della storia.

              ** il titolo è tratto dall'opera di Primo Levi "La Tregua".
              Molte volte il nostro piccolo occhio e il nostro cuore
              dimentica la sofferenza dell'umanità, tutto viene revisionato,
              anche il nostro ricordo.
              Ivano Malcotti
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                Favelas In questo bosco di nullità
                dove il semplice calore dell'alito
                cancella i segni del tempo
                dove la palude
                confina col cielo
                e come birilli le piccole vite per gli squadroni
                sorge nella pece uno scampolo di vita.
                Sono margini d'esistenza
                a cavalcioni sull'inferno
                e all'orizzonte piedi nudi su vetri appuntiti.
                Copri di fango
                i loro occhi frigidi dal freddo
                perché la sabbia di Rio
                si vende a chi trova un altro Brasile.
                Ivano Malcotti
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  Don't cry Argentina Don't cry Argentina
                  sui tuoi aerei pieni di urla
                  sopra corpi scaraventati nel mare
                  dal cielo con i tuoi scarponi militari
                  don't cry Argentina
                  con la coppa del mondo
                  innalzata dai sorrisi assassini
                  dei tuoi Videla
                  don't cry Argentina
                  sullo sguardo delle madri
                  intorno a piazza Major
                  con gli occhi di corpi straziati
                  le unghie e la lingua recise della libertà
                  dont'cry Argentina
                  sulla notte omicida
                  della tua storia.
                  Ivano Malcotti
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    Figli di una generazione
                    Uomini della continua lotta
                    camminano nel fumo e nella nebbia
                    arrampicati sulle schegge dei muri.
                    Le canne grigie puntate sui pensieri
                    e le marce come cordoni ombelicali
                    per servire il popolo.
                    Le mani si stringono
                    le tempie riempiono i polmoni di rabbia
                    serpeggia la morte nel volo delle bottiglie.
                    Si diffonde la luce della comune
                    si divulga con sigarette e mozziconi brulicanti
                    ogni parola ha la forza di un proiettile.
                    Nessun suono spara abbastanza per la sordità del tempo
                    e questo tempo non risparmia i sogni
                    non coltiva martiri e seppellisce gli eroi.
                    La propaganda delle risposte imbavagliate
                    con i pugni allo stomaco ribelle
                    e il vomito dell'odio e del dileggio.
                    Figli di una generazione
                    canti rubati per niente
                    e troppi silenzi nelle bare mute.

                    ** riflessione di un estremista degli "anni di piombo"
                    Ivano Malcotti
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