Ti bacerò nel buio, senza che il mio corpo tocchi il tuo corpo. Abbasserò le tende, ché neanche la nebbia entri dal cielo. Ché nella morte assoluta di tutto, esista solo, nuovo mondo, il mio bacio.
Io non sono io io non sono io sono colui che cammina accanto a te senza che io lo veda; che, a volte, sto per vedere, e che, a volte, dimentico. Colui che tace, sereno, quando parlo, colui che perdona, dolce, quando odio, colui che passeggia là dove non sono, colui che resterà qui quando morirò.
Il mio amore era così unico come il cielo iridato di una goccia di rugiada, in un fiore dell'alba. Il tuo sole mi colpì nel sangue, evaporò la rugiada, e restai senza cielo.
L'amore, tra me e me, è così impalpabile, così sereno, così in sé, come l'aria invisibile, come l'acqua invisibile, tra la luna del cielo e la luna del fiume.
Come dune d'oro che vengono e vanno, sono i ricordi. Il vento li porta via e stanno dove stanno, stanno dove una volta sono stati, e dove dovranno stare... -Dune d'oro-. Lo riempieno tutto, mare totale d'ineffabile oro, con il vento in lui... -Sono i ricordi-
Sono completo in natura, in pieno meriggio d'aurea maturezza, alto vento nel verde attraversato. Ricco frutto recondito, contengo il grande elementare in me (la terra, il fuoco, l'acqua, l'aria) l'infinito.
Io grondo luce: indoro il luogo oscuro, mando odore: profumo di dio l'ombra, emano suono: è musica l'ampiezza, stillo sapore: il mondo beve l'anima, diletto il tatto della solitudine.
Son tesoro supremo, liberato con densità e pienezza di pura iride, dal seno dell'azione. Sono tutto. Il tutto che è la sommità del niente, il tutto che si basta e che è servito da quanto ancora ha nome d'ambizione.