Sul... selciato, le consumate scarpe calpestano le viole mentre da ponente il vento prende forma e spazza via le impronte, dai vicoli cuneiformi del passato s'insinua un'acre fumo nero che tutti han respirato il male invisibile mai amato lasciato al sole del sagrato Povere viole! dove il male respira altro male nessuna primavera rinnova più la vita nel freddo smarrirà le coordinate non s'alzerà al sole più nessuna viola.
Per l'ultima volta, solo l'ultima fammi pascolare l'anima, voglio ritrovare quel diamante che mi ha accecato gli occhi sfarinandomi il cuore alla radice
Voglio amarti senza pelle sul prato di gigli bianchi come neve solcherò ogni vena fino alla gola del piacere che di pazzia urla ancora
Come piuma la bocca s'incollerà sul miele impigliato nei sorrisi soffocherò quei crepiti di fuoco che lento mormora il tuo cuore
Come un giglio il tuo sorriso dal gambo ne staccherò la linfa che berrò nelle sconsolate sere dei freddi inverni che verranno
Mi tratterrò un solo istante il tempo di penetrare il cuore come una spina toccarne il fondo e ricamare un giglio alle pareti ridarti quel sorriso sterminato per farne pane da sfamare.
M'inginocchierò ai tuoi piedi, strega, zingara magica dagli occhi neri scivolosa e misteriosa insinuante donna splendida e offuscante mi rubi l'anima e la vendi barattatrice d'una gitana. Orecchini rumorosi e unici penzolanti come ciliegie al sole bocca fumante al freddo nebbioso. Entrerò di notte dalla finestra socchiusa ti riconoscerò dal tuo odore unico e pungente mani lunghe e affusolate che ruberei per avere sempre le tue carezze; m'avvicino silente al tuo giaciglio al tuo soffice cuscino di vermiglio. E sei così bella che più bella non c'è e m'incanto a guardarti alla luce d'un lume e ti sfioro le labbra con la mia bocca mi tufferei fra i tuoi lunghi capelli neri ma trattengo lo spirito guerriero sei una gitana dura d'aprire e soffoco nel languido desiderio d'avere la tua pelle alla mia bocca. E vorrei volare, danzare, piangere e ridere con te respirare un solo respiro. La sottana strapparti ma ho paura di svegliarti e sognando di averti m'accontento d'amarti.
Inciampato nell'errore di chi ha amato veramente ho maledetto il mio cuore per il troppo dedicarti. Senza vergogna ho mendicato i tuoi respiri frammentando il cuore mio e senza sangue apparente e vago sembrava il domani nessun progetto troppo dolore. Rancore amaro di chi non ha capito disillusa rondine che ha volato troppo in alto. Lesinare vita strugge e spezza le vene delle mani in un vorticoso finire, i miei ultimi lamenti soccomba la vita che deraglia e piomba.
Ogni volta mi incanto e più ti guardo, cielo! Tanto immenso quanto un mistero Più ti guardo, più mi annullo. Troppo miserevole e debole sembra il mondo da lassù.
Voglio amarti adesso Prima che le luci spengano negli occhi la loro evanescenza Prima che l'inquieto fiume trasbordi e ammagli del tutto il cuore Prima che la pioggia tocchi la sabbia e sparisca come spariscono le urla nel deserto Prima che ogni lacrima abbia la sua croce. Voglio vedere il tuo respiro fermarsi Voglio dormirti dentro e sognarti Volare sulla tua immacolata pelle e sbottonarti l'ultimo pudore Fuggire dal mondo e dal suo rumore Prima che gli inverni senza luce gelino le labbra prima dei baci Prima che il vento trovi spifferi in cui fischiare e mi distragga dal frumento dei tuoi occhi che diventi pane ogni giorno per sfamarmi Prima che il mare copra le nostre impronte o un gabbiano si stacchi dal tramonto o che i gigli diventino vermigli.
Questa notte spiego le ali e volo, taglio come lama l'ammantata aria che impotente cede senza opporsi. Un'argentea scia illumina la notte e resto sospeso come per incanto.
Delicati sbuffi diffondono i respiri violini di poesie sprigionano rime risvegliano angeli dai sonni ancestrali fondono i sogni e illusioni di vita, lamenti di occhi in silenziosi pianti.
Volteggio tra nuvole a boccioli come farfalla su petali d'amore in attesa che nevica polvere d'oro moltitudini di silenzi come arcobaleni compongono musiche che nessuno ascolta.
Evanescente festa con zampilli di luce sciorinano indissolubili profumi nell'aria come spuma marina leggera sostanza che copre il sogno sprazzi di luce trafiggono le pupille.
Ciò che brilla non solo arde, è visione ammagliante dei sogni e prima che l'aurora svergini la notte deraglio e m'areno su sabbie dorate rapito dai suoni dei violini del mare
faville senz'anse m'allagano i sogni che notte...!
Hai amato in ogni luogo e in ogni battito di cuore. Hai amato dolcemente quando ti veniva in mente e l'hai fatto perdutamente. Hai amato tra le sabbie e nelle onde dei mari, hai amato le tue passioni e le tue folli visioni, hai rapito pensieri e hai pianto volentieri. Hai fatto rabbrividire... Hai amato senza nulla cercare Hai amato di notte sotto i cieli di stelle mentre le onde nel vento ti increspavano la pelle. Hai amato ogni istante, ogni respiro senza guardarti dietro, hai preso occhi, anime e menti hai lasciato cuori nei lamenti ed ora sei sepolta da i tormenti.
Se il dire dovesse sciogliere i grumi appesi al cuore se il guardare dovesse tracimare gli argini dello sperare se ascoltare vuol dire sperare di non trascinarsi a fondo se piangere insieme toglie le lame infilate nella gola non più illusioni né neve sulla pelle, soltanto luce ch'abbaglia e smunta il sangue lasciando passare il sole.
Rughe senza fine Solchi disperati Eco che sprofonda ... Sangue e lacrime trattengono il dolore frammentato nelle pieghe Ma quando incontro il tuo sorriso comincia l'infinito mio bel viso e l'inspiegabile dolore sparisce cullandomi d'amore, d'amore Tramonto e aurora è tutto in te Effimero dolore vola nell'inferno lasciando entrare i divini fiocchi del tramonto lago dei tuoi occhi.