Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
Così deietta -
più a fondo più a fondo sempre più a fondo
dov'è il più fondo
Nel sudore del silenzio
l'anima perduta
Morire è il più fondo -.
Composta venerdì 22 maggio 2015
Così deietta -
più a fondo più a fondo sempre più a fondo
dov'è il più fondo
Nel sudore del silenzio
l'anima perduta
Morire è il più fondo -.
Tu
nella notte
occupata a disimparare il mondo
da lunghissimo tempo
il tuo dito dipinse la grotta di ghiaccio
con la mappa canora di un mare nascosto
che radunava nella conca del tuo orecchio le note,
pietre per il ponte
da questo a un altro mondo,
compito altamente preciso
la cui soluzione
è affidata ai morenti.
Non so più
dove cantano gli uccelli
o
se c'è un pianto nel mare
dove gli angeli del profondo
scrollano via tremando il divino terrore
d'essere rapiti nell'aria -
Non saprò mai
se i voraci desideri
questi pesci-spada
che trapassano
meraviglie dell'anima dolcemente sgusciate
si consumano nell'ardente mandorla della terra
e se con un soffio l'universo offeso
nel volgere di una notte
non ha spento la mia luce nera
perché di nuovo ho perduto dormendo
una parola d'amore.
Perché mai questa tristezza?
Questo completo defluire del mondo
Perché nei tuoi occhi
gocce di luce,
la luce di cui si compone il morire
Leggeri scivoliamo giù per questa ripida roccia dell'orrore
essa ci guarda con le morti pregne di stelle
con queste placente irrigidite nella polvere
nelle quali fluiva il canto degli uccelli
mentre il labbro seppelliva il vino del linguaggio
O raggio che ci hai risvegliato:
come hai potuto prendere tra le tue braccia
che sempre più oscurano ogni patria
il nostro farci-stanchi
come hai potuto poi lasciarci soli nella notte.
Solitudine muta di campi vellutati
di viole abbandonate
dal rosso e dal blu
violetto il colore in cammino
il tuo pianto lo crea
dal lieve spavento dei tuoi occhi.
Quando il respiro
ha eretto la capanna della notte
ed esce
a cercare in cielo la sua fluttuante dimora
e il corpo
vigneto sanguinante
ha riempito le botti del silenzio
gli occhi sono traboccati
nella luce veggente
quando ognuno s'è vanificato
nel suo segreto
e tutto s'è compiuto due volte -
la nascita
sale cantando per ogni scala di Giacobbe
allora
un bel lampeggiare
accende il tempo.
Questi campi di silenzio
inaccessibili
preghiere devono fare ambagi
lasciano tracce
come zampe di uccelli
ancorate nella carne
Nulla nulla
il respiro sapeva ancora di amore
Morte abita troppo vicino
Qui dice il mondo: Così sia - Amen -
Nero
suono nell'agonia
pegno della notte
per la lieve doratura del giorno
orfano nell'ordine dei colori
nelle tue catacombe
ossesso gioca a nascondino
in cerca del remoto
i tuoi ideogrammi scrive la luna
Salma - La foglia di loto
è un buco.
Non qui non là
ma con lingua bifida nel sonno
al suo tramonto balbetta la natura
l'ombra ritorna a casa
sulle linee della vita erra il pianeta
succhia messaggi regali
si arricchisce.
Morti adorati
un capello fatto di tenebra
significa già lontananza
cresce lieve per il tempo dischiuso.
Muoio colmando segreta misura
nell'attimo che sbocciando si distende
ma alle spalle hanno piantato
lingue di fuoco sulla terra.
Tralcio che offre la sua uva alle fiamme
cado all'indietro.