Poesie di Nelson Padoan

Artista, nato lunedì 9 febbraio 1987 a Mestre (VE) (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Nelson

L'urlo del lupo

Urla la mia mano
mentre piange spazi vuoti,
riempie tele e cattedrali
dentro la mia mente devastata
da un cancro animale, un lupo,
che alla luna ulula, chiedendo
d'esser liberato, di non esser più
pecora, scoiattolo, albero.
Ma divenni leone, aquila, serpe
per poter comandare il fato,
il suo brillante destino che
come un faro sorge luminoso
oltre le scure acquee del passato.
Rendimi squalo, rendimi rondine
per sorvolare oceani blu cobalto,
maleodoranti vie nascoste,
scoprendo ogni segreto
che celano al mio sguardo
ancor perduto in un oasi
di nefasto piacere.
Nelson Padoan
Composta martedì 26 maggio 2020
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    Scritta da: Nelson

    Appuntamento Telematico

    Tu mi guardi, io ti guardo.
    Tu sorridi, io sorrido.
    Connessi, realtà virtuale,
    non sappiam che dire o fare.
    Io che metto un buffo cappello,
    tu gli occhiali, e mi dici che son bello.
    Tu, che ogni sera, bacio e leggo,
    io, che ogni giorno con te mi sento meglio.
    Tu che mi manchi, io che ti manco
    anche se nessuno dei due c'è mai stato.
    Noi, che ridiamo, parliamo e aspettiamo.
    Un sentimento puro, chimico, matematico.
    Noi, che incontrarci ancor non possiamo,
    se non che, in un appuntamento telematico.
    Nelson Padoan
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      Scritta da: Nelson

      Giorni di vento

      Sussurrò il vento, suggerendomi
      Frasi, versi, pensieri e parole.
      Strofe di delicata poesia,
      quanto la leggera brezza che
      ispirandomi m'induce
      a scriver d'un fiato queste righe,
      questo racconto rarefatto
      come l'aria che vibra
      tra le foglie e le piazze vuote.
      Scrivo d'istinto e come un gatto
      Che zampettando va nella notte,
      le mie dita digitano queste note
      di un profumo intenso, di una musica
      che libra come una candida piuma
      sopra i tetti delle case gremite
      di gente ammalata o impaurita.
      Sopra i letti di chi sogna la fine,
      di chi non ha forza di alzarsi.
      Sopra le idee malsane e chi
      Il coraggio ha d'immergersi
      Nella tiepida folla mascherata,
      in questo tetro carnevale.
      Fischia, urla e sbuffa ora
      Questo vento divenuto tempesta,
      uragano feroce che porta via
      il respiro, la voce, il fumo
      della mia camel blu.
      Ulula come un lupo e
      Si nutre della mia poetica
      Che libera ora è, scossa
      Da questa tensione letteraria
      Risorta tra queste bianche mura,
      da questo vortice di passione.
      Come un tornado egli gira
      Mentre girano le sillabe
      Nella mio cervello bipolare.
      Egli forse crede d'essermi nemico,
      come questo virus che sfida
      la mia tenacia, il mio buonumore
      donandomi più audacia nel perseverar
      questo scribacchiar convulso,
      questa scrittura automatica,
      indotta dal mio inconscio labile
      in contrasto con la mia ferrea coscienza
      che manovra insieme al sentimento
      questo melodrammatico riassunto
      di una qualsiasi giornata di vento.
      Nelson Padoan
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        Scritta da: Nelson

        Corona Virus - Partita a Scacchi

        Muovo il mio alfiere,
        mangio la tua pedina,
        scivola sulla scacchiera
        la mia torre contro la tua regina.
        Una partita a scacchi contro la morte
        ma questo non è Il Settimo Sigillo
        è la realtà e un attacco alla tua corte.
        Schiero davanti a te tutti i miei fanti
        e ricordati, son io che gioco con i bianchi.
        Ci tieni bloccati nelle nostre caselle
        con il tuo cavallo nero che sposti a L.
        Ma questo gioco è durato fin troppo
        e non ti sei accorto che questo pazzo
        con questa poesia fa scacco matto.
        Nelson Padoan
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          Scritta da: Nelson

          Corona Virus - Partita a Poker

          La corona hai messo,
          senza il nostro permesso.
          Come Napoleone Bonaparte,
          come il re nel mazzo di carte.
          In tavola credi d'aver scala ma
          in mano non ha nemmeno una spada.
          Non è briscola, con te non avrò pietà
          nessun perdono e non è una novità
          che mi ritrovi in casa per colpa di qualcosa.
          Bada non mi fai paura e ti sfido con una rosa,
          una poesia, una coppia che stringo forte.
          Vinco il tuo asso, perderai, è la tua sorte
          credimi io non son Batman e tu Joker,
          e purtroppo per te, ora in mano ho poker.
          Nelson Padoan
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            Scritta da: Nelson

            Qui intorno è tutto così sciolto

            Qui intorno è tutto così sciolto.
            Il mare, il cielo e l'aria, il tempo.
            Il ticchettio s'infrange silenzioso
            nel mio mite riposo, culla di voci
            e indovinelli, pace, nostalgia.
            Ora un piccolo ventilatore,
            ieri la brezza di montagna.
            Tutto è unito in un unico sigillo,
            saldato al petto e ben pesante.
            Cavaliere dipinto dalla memoria,
            fanciullo rapito dal vortice.

            Mi aggrappo alla cornice
            e vedo tutto girare.
            Tutto è così sciolto,
            il soffitto, la luce, le pareti,
            ogni cosa è irrilevante.
            Ogni quadro ha la sua data,
            ogni vittoria la sua festa.
            Alla fine tutto si scioglie
            e non resta che cavalcare
            lontano, in un altro sogno,
            in un altro paesaggio.
            Nelson Padoan
            Composta martedì 18 agosto 2009
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              Scritta da: Nelson

              Racconto improvvisato dalla c alla z

              Converge il cromosoma
              tra il cono e la cronaca,
              tra pagina 352 e 383.
              Un panino al crudo, grazie.
              Continuo a ritrovare
              termini e congiunzioni;
              significati e verbi.
              A pagina 420 inizia
              Il dibattito tra il diamante
              E la diarrea,
              dal divertimento al fegato
              ne passano di mesi,
              di feste e di formule,
              di pasti e fazzoletti.
              Pezzetti di feltro
              Vengon rubati dai feticisti,
              Mentre le femmine
              Si toccan la fetida fessura,
              da dove esce il feto
              per aggiudicarsi la sua fetta.
              Al margine della marchesa
              Il maresciallo procede la marcia,
              il malridotto vien maltrattato
              e il malvisto malmenato.
              Che dire della membrana,
              del missionario e del negoziante;
              stan tutti occupati ad odorare
              i piedi dell'operaia!
              L'ottimista litiga con l'ottomano,
              vanno avanti dall'800 e son ormai
              a pagina 958.
              Il nottambulo dormiva
              E non si accorse dell'era nucleare,
              dell'overdose di ovaie
              e dell'orgia orientale;
              non vide l'origine del mondo,
              il papero con le pantofole
              e la pernice impasticcata.
              Pernacchie, perplessità
              E perquisizioni;
              pisciate, pistole e piumini.
              Girano pagina i pittori,
              rassegnati dai ricordi,
              rammendati dai rimpianti.
              A pagina 1178
              Il rinoceronte viene rintracciato,
              lo sbadato si sballa e satana
              saccheggia la savana.
              Sembra un racconto
              Un poco sconclusionato,
              precotto e scongelato,
              ma scordatevelo
              perché è tutto improvvisato,
              lo sa bene il servo
              che sessualmente
              si disseta dalla sfiga,
              togliendosi lo sfizio
              e aprendo lo sfintere.
              Sculacciami! Dice
              Lo sgombro allo sgabello,
              mentre splende la serpe
              nel suo spogliarello
              spregiudicato.
              I tabù vengon scritti
              Sul tabellone del tabernacolo,
              letti dal tedesco e telegrafati,
              telefonati e trasmessi
              alle teenager americane.
              I telegiornali si trasformano
              In tossici torrenti,
              tossiscono i toscani
              e tremano le tribù.
              Il treno si scontra con l'ufo
              Di fronte all'ufficiale,
              affetto da ulcera uncinata.
              In uniforme arriva la vulva,
              valorizzata e vanitosa,
              recita il vangelo
              senza badare al vulcano
              in erezione e al viavai
              di videoclip, virgole e virtù.
              Virtuale virtuosismo,
              viscerale visione;
              volendo potrei continuare
              a parlarvi dello zombie zampettante;
              dei zampilli dello zingaro zoccolo
              e dello zotico zuccheroso,
              ma la zucchina è finita nella zuppa
              e la zuppiera è giunta a pagina 1547,
              tra le mani dello zuzzurellone.
              Nelson Padoan
              Composta martedì 24 luglio 2012
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                Scritta da: Nelson

                Ricordi internazionali

                Una bibita americana
                Scende nella mia gola.
                Indosso un vestito italiano
                mentre piango
                in un giardino greco,
                ripensando a paesaggi irlandesi,
                stagliati nella mia mente
                come ombre cinesi
                sul muro antico, romano.
                Una canzone spagnola
                riempie le mie orecchie,
                mentre fumo dell’erba olandese.
                Un viandante arabo
                passa veloce oltre la siepe,
                oltre i miei ricordi
                di vacanze africane,
                feste londinesi
                e baci alla francese.
                Una ragazza svedese balla
                nella mia mente consumata,
                dalla guerra punica
                tra fegato e cervello,
                dalla birra tedesca
                e la vodka russa.
                Una piramide di emozioni,
                un deserto di follie.
                Ho deciso che domani
                partirò per l’Egitto.
                Nelson Padoan
                Composta venerdì 17 agosto 2012
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                  Scritta da: Nelson

                  Risveglio mentale

                  Illuminanti pensieri sorgono
                  carezzando il mio ego,
                  spolverando le mie tensioni,
                  inspiegabili gesta.
                  Immacolate concezioni
                  di beata follia, candide storie
                  di putrida luminescenza.
                  Vago nel mio manto cerebrale
                  assaporando i teneri frutti,
                  cogliendo le bacche acerbe
                  e le dolci note dei ricordi.
                  Nuoto in un mare nero,
                  liquoroso e sottile.
                  Affogo nelle mie ceneri,
                  risvegliandomi nudo
                  in un letto nuovo.
                  Nelson Padoan
                  Composta sabato 13 ottobre 2012
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