in Poesie (Poesie personali)
Quando ti avvicini a me
e mi entri dentro con lo sguardo
è come se il tempo si fermasse
nell'attesa di vedere la mia bocca
assetarsi alle tue labbra.
Dimmi che non è un sogno
la vertigine che provo.
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Quando ti avvicini a me
e mi entri dentro con lo sguardo
è come se il tempo si fermasse
nell'attesa di vedere la mia bocca
assetarsi alle tue labbra.
Dimmi che non è un sogno
la vertigine che provo.
Il tuo corpo è terra bagnata dai pensieri.
Il mio cuore guarda in alto
respirando l'azzurro del cielo.
Cielo ti scrivo in continuazione
rispondimi prima che mi finisca l'inchiostro.
Quella pagina di vita
aveva un senso,
e né io, né lei
avremmo voluto mai girarla.
Arriva, benevolo, il tempo
che ti apre lo spazio,
t'accoglie gentile,
e al centro ti raggiunge
una musica,
luci di note soavi:
di colpo
si rischiara il tuo viso,
il tuo spirito diviene leggero
e la melodia,
magica,
fa sparire l'infelice sospiro,
(pensiero).
Potrei morire
e rivivere,
mille volte ancora
nel tuo amore
che di sguardi penetri,
montandomi
su pelle d'anima
innesti d'infinito.
Sei vita che non muore,
ti sento scorrere
dentro l'anima,
fin nei baratri
più profondi,
dove il mondo finisce
nell'assenza di te.
Ho raccolto un fiore di campo senza nome.
Lo chiamerò con il tuo nome, un sogno.
Non sarà mai schiavo di un vaso o di un giardino
ma resterà libero al vento, al sole, alla pioggia.
Libero alla vita.
Ascolta amore.
Ti parlerò di quel che non si vede
e non si ode.
Dei tumulti del cuore
di quando batte in cerca di una sua direzione.
Lì ti porterò
se tu vorrai ascoltarmi.
Dal fondo del bicchiere
ho tratto piacere dall'ultimo sorso di vino.
Così facendo
tento di ingannare i miei sensi
distraendoli al tuo ricordo.
Ma ahimè, al loro risveglio
fluttuo con l'anima in pena
come foglia al vento.
Cos'è che più mi manca di te?
Il non aver avuto
un tuo ultimo bacio.