Le migliori poesie di Rabindranath Tagore

Poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo, nato lunedì 6 maggio 1861 a Calcutta (India), morto giovedì 7 agosto 1941 a Calcutta (India)
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Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d'anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d'oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
i ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d'anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d'anni.
Rabindranath Tagore
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    Scritta da: Rea
    Nella tua eterna veglia,
    tu ascolti i miei passi che s'avvicinano,
    mentre la tua letizia si raccoglie
    nei primi albori del mattino
    ed erompe nell'esplosione di luce.
    Più mi accosto a te, più profondo diventa
    il fervore nella danza del mare.
    Il tuo mondo è uno spruzzo di luce
    che si diffonde, colmandoti le mani,
    ma il tuo cielo è nel mio cuore segreto;
    esso schiude lentamente
    le sue gemme in timido amore.
    Rabindranath Tagore
    Composta lunedì 6 settembre 2010
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Non chiesi nulla

      Non chiesi nulla,
      solo mi fermai al limite
      del bosco, dietro un albero. Gli occhi dell'alba
      erano languidi,
      e la rugiada era ancora nell'aria.
      Il delicato profumo dell'erba bagnata
      indugiava nella nebbia
      sottile che avvolgeva
      la terra. Sotto un banano mungevi la mucca
      con le tue mani tenere,
      fresche come il burro.
      Io me ne stavo immobile.
      Non dissi una parola.
      Fu l'uccello che cantò,
      nascosto, dal cespuglio.
      L'albero di mango
      lasciava cadere i suoi fiori sulla strada del villaggio
      e le api venivano ronzando, a una a una.
      Dalla parte dello stagno
      il cancello del tempio
      di Shiva era aperto
      e un fedele aveva iniziato
      il suo canto.
      Con il secchio
      sulle ginocchia
      tu mungevi la mucca.
      Io rimasi con il mio secchio vuoto.
      Non ti venni vicino.
      Il cielo si destò al suono
      del gong del tempio.
      Gli zoccoli delle bestie
      che andavano al pascolo sollevavano la polvere
      della strada.
      Con le brocche piene
      posate sull'anca,
      le donne venivano
      dal fiume.
      I tuoi bracciali
      tintinnavano e la schiuma traboccava dal secchio.
      La mattina passò e io
      non ti venni vicino.
      Rabindranath Tagore
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        Scritta da: Gabriella Stigliano
        Il mio canto ha deposto ogni artificio.
        Non sfoggia splendide vesti
        né ornamenti fastosi:
        non farebbero che separarci
        l'uno dall'altro, e il loro clamore
        coprirebbe quello che sussurri.

        La mia vanità di poeta
        alla tua vista muore di vergogna.
        O sommo poeta,
        mi sono seduto ai tuoi piedi.
        Voglio rendere semplice e schietta
        tutta la mia vita,
        come un flauto di canna
        che tu possa riempire di musica.
        Rabindranath Tagore
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          Scritta da: Gabriella Stigliano
          Al mattino gettai la mia rete nel mare.
          Trassi dall'oscuro abisso cose di strano
          aspetto e di strana bellezza -
          alcune brillavano come un sorriso,
          alcune luccicavano come lacrime,
          e alcune erano rosee
          come le guance d'una sposa.
          Quando, alla fine del giorno,
          tornai a casa con il mio bottino,
          il mio amore sedeva nel giardino
          sfogliando oziosamente un fiore.
          Esitante deposi ai, suoi piedi
          tutto quello che avevo pescato.

          Lei guardò distrattamente e disse:
          "Che strani oggetti sono questi?
          Non capisco a che possano servire".
          Chinai il capo, vergognoso, pensando:
          "Non ho lottato per conquistarli,
          non li ho comperati al mercato;
          non sono doni degni di lei".
          E per tutta la notte li gettai
          a uno a uno sulla strada.
          Al mattino vennero dei viaggiatori;
          li raccolsero e li portarono
          in paesi lontani.
          Rabindranath Tagore
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            Scritta da: mor-joy

            Petali sulle ceneri

            Credo d'averti visto in sogno
            prima di conoscerti,
            tali sono le precognizioni
            d'Aprile
            prima della pienezza
            primaverile.

            La visione avuta da te
            non è venuta
            quando tutto era impregnato
            dal profumo del sal fiorito,
            quando lo scintillare
            del fiume al tramonto
            aggiungeva una frangia
            al biondeggiare della sabbia,
            quando i frastuoni
            dei giorni estivi
            vagamente s'intrecciavano?

            Sì, ironica e sfuggente
            è stata la visione
            che ho avuto del tuo viso,
            in ore evase
            da ogni realtà!
            Rabindranath Tagore
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              Scritta da: mor-joy

              Ho sognato

              Ho sognato che lei, seduta vicino al mio letto,
              mi sollevava dolcemente con le mani i capelli,
              facendomi sentire la gentilezza delle sue dita.
              Guardavo il suo viso, lottando con le lacrime
              che mi offuscavano lo sguardo,
              finché il languore delle sue dolci parole
              mi fermò il sogno, come una luce iridescente.
              Rabindranath Tagore
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                Destandomi all'alba ho trovato la sua lettera.
                Non so che dica, perché leggere non so.
                Lascerò il savio, solo cò suoi libri, senza
                turbarlo: chi sa mai s'egli possa leggervi dentro?

                Io me la vò posare sulla fronte, io me
                la vò premere sul cuore.
                Quando la notte placida s'inoltr e sorgano
                le stelle ad una ad una, io me la spiegherò
                sul grembo, e rimarrò in silenzio.
                Ad alta voce me la leggeranno stormendo le foglie,
                me la intonerà la correntìa
                del torrente, e le sette stelle veggenti me
                la canteranno dal cielo.

                Non riesco a trovare quel che cerco;
                non posso comprendere ciò che sapere vorrei;
                ma questo messaggio non letto mi ha già reso
                più lieve ed ha cambiato in cantici i miei pensieri.
                Rabindranath Tagore
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