in Poesie (Filastrocche)
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Chi chiacchiera comprende
che certo a torto intende
come cambiare il mondo
facendogli toccare il fondo.
Composta martedì 26 luglio 2011
Chi chiacchiera comprende
che certo a torto intende
come cambiare il mondo
facendogli toccare il fondo.
Percepisco percussioni percuotere l'aria,
ne sbuca dal bosco uno e contro me si scaglia,
ne arrivano altri tre dal fitto della sterpaglia,
sono ormai più di cento inizia la battaglia.
il primo ormai è ferito, la terra si fa vermiglia,
afferro del destriero repentinamente le briglia,
impugno la mia spada e dando un colpo di caviglia
entro nella mischia: la mia vista s'assottiglia.
teste, tessuti e carne, la mia lama taglia,
tutti sono terrorizzati ma nessun si meraviglia:
la mia fama è nota ben oltre miglia e miglia.
ne son caduti cento in un battito di ciglia.
Gravido d'aggravanti
digrigno il grave ghigno
indi per cui m'indigno
onde il mare di rimpianti:
avrei solo voluto
avvolgere'l tuo voluttuoso volto
nelle mie mani e, colto,
la sensazione d'un tessuto...
speranza e desiderio
di solcare soavi seni
fremendo senza freni.
non immagino di meglio.
numero i rimpianti
ammontano a molte migliaia
sassolini di ghiaia
gocce dei miei lunghi pianti.
Io ti odio!
ti detesto!
sì dico a te,
a te che hai amputato le braccia al mio Morfeo,
a te che hai serrato le mie palpebre ora incapaci di trovare riposo,
giacendo a te intrecciato m'è impossibile dormire:
mai vorrei privarmi di quegli istanti solo per concedere alle mie membra un effimero ristoro,
il solo profumo imprigionato tra i tuoi capelli vale il più inumano degli sforzi
e la tua pelle, se possibile, sprigiona una fragranza ancora più inebriante...
ma è quando mi riscopri in compagnia delle sole coltri
che il sonno si fa beffa di me, non mi consola, non prova alcuna pietà, non mi risparmia questo vuoto:
è vuoto il giaciglio ma ancor più vuoto è il mio ventre
uno spazio immenso che mi collassa addosso
vorrei solo dormire
(mento, vorrei solo poter vegliarti a fianco).
Teso tensione, temibile testicolare introspezione
Un peso un pallone, di quelle mediche
Sfrecciano violente sulle parti diuretiche
Sfregano e frantumano, comprimono ed esprimono
Esaurientemente, metafora per ciò che la gente sente
E si pente, "chi ha tempo non cerchi tempo" quanto è vero
Questo detto ha portato l'uomo allo sclero
A sfuggire dal clero e dal pleurico schiacciamento
Sul cemento chiarisco intendo esaurimento
Affliggimento mi sento spento non contento
E ripenso al senso col consenso e dissenso del censo
Di questo scompenso che è un nonsenso odore d'incenso
Che buono, mi ricorda da piccino in chiesa,
Con la signora di fianco, lei non era tesa.
Ok mi rilasso evitando il collasso ma al primo passo
Falso, cado rotolo m'ammazzo ma poi mi rialzo e scalzo
Riprendo a camminare, tremano le gambe basta non pensare
E guardare sempre dritto, non mostrarsi afflitto
Mostrare un sorriso, solca il tuo viso e ti senti deriso
Da quella maschera che devi portare ma che ci puoi fare
Te continua solo a camminare, occhio a non inciampare
A non mostrare cedimenti, esternare sentimenti e spenti
Camminiamo da questo viaggio presi...
Ma incessantemente tesi.
On the train from paradise
there's no stop untill the hell
mist takes the place of sky
solid mist the place of herb
grey buildings, greyer faces
no one smiling for happiness
hurry and fast frantic paces
no one care in alll this mess.
Esiste un posto
dove la gente è serena
esiste un posto
dove mi sento a casa
esiste un posto
in cui riesco ad amare
esiste un posto
dove vorrei tornare...
Se solo sollevassi questioni interessanti
sarei spesso solo se sobrio dal disprezzo
se solo in apparenza dimostrassi sprezzo
muoverei l'attrezzo con persone interessanti;
se solo la solitudine non fosse sì noiosa
in quest'esistenza sperimenterei l'inesperienza
e smosso da entropia e da una pia tolleranza
sarei nella mia stanza col corpo che riposa;
se solo non volessi volgere al fin questa poesia
avrei ormai terminato di studiare storia
se non fosse per la boria e la fama per la gloria
sarei in giro in compagnia con una canna di maria...
Oggi ho capito
dopo essere stato inveito, insultato
quanto idiota sono stato
sono di sicuro un coglione
chiamatemi mr minchione, il mio nome
vorrei fosse nessuno
così che quando qualcuno
vorrà sfogarsi in futuro
contro di me
potrà dire bastardo nessuno
e tutto resta così com'è
Oggi ho realizzato
Ma prima sono stato insultato
E mi è stato fatto capire il mio errore
E con orrore, morso da ritorsione
Senso di colpa signori e signore
Mi sono reso conto
Vorrei dire di quanto sono stato stronzo
Ma è una parola troppo leggera
Come la brezza la sera
Invece quello che ho fatto
È davvero un grande misfatto
Atto, intollerabile e imperdonabile
Non chiedo nemmeno perdono
Abbasso il capo in lacrime
Ora io chiedo del tempo
Perché mosso da tormento, sgomento
Vorrei chiedere scusa
Alla mia musa, di questa canzone
Luci per favore
Lo sai mi dispiace,
questa scusa per quanto audace
ed io immeritevole
arrivo qui supplichevole
e con tono arrendevole
ti chiedo in ginocchio
scusa mentre piango lacrime da pinocchio.
Piacere my lord
Pubblico e signora,
Io sono un pover'uomo
Che umilmente lavora
Per il vostro diletto
Non quello del letto
Non si sa mai che il signore
Prenda un granchio per errore
Ebbene questa sera sarò il vostro buffone
Giullare di questa corte
Per felicità d'ogni beone
Posso narrarvi avventure di un'umile straccione
Di un giovane cavaliere lottare contro un grifone,
Drago o leone,
Creatura impellicciata,
Dallo sguardo cupo,
Dalla gola infuocata.
Posso narrarle
Le avventure dell'Antigone,
Di Teseo, della Gorgone
Medusa o di Tifone;
Potrei semplicemente
Suscitarle ilarità
Facendo qualche battuta
Di opportunità,
Magari puntando sulla volgarità
-Son sicuro che sua altezza
qualcuna ne gradirà-
Magari su sua santità
Dicendo qualche impurità.
Son in grado d'esibirmi
facendo capriole e piroette
vi prego di non ammonirmi
se corteggio le giovinette
alludendo con canzonette
prendendo note un po' stonate
alle mie focose notti
con giovani fidanzate.
Io son un acrobata
mi definirei quasi un'artista
ottimo oratore se non perito linguista
dall'ottima vista
e abilità letterale
ero giornalista
per la rivista nazionale
feci un intervista
a sua sanità papale
lo colsi di sorpresa e papale papale
gli chiesi se potessi pubblicarla sul giornale.
Dicevamo o divino
Mio egregio padrone
Mi faccia il contentino
Di ascoltare di Giasone
E dei suoi argonauti
Le gesta che vi narro
Son sicuro però
Che sa già di che parlo
Ora che ho rubato
La vostra attenzione
Il mio piano vi rivelo
O povero minchione
Mentre ascoltavate
Le vanvere d'un caciarone
Un mio complice s'è occupato del malloppone
E come un pecorone
Voi m'avete ascoltato
Mentre l'intero Decamerone
V'ho 'rmai decantato
Come il povero Nerone
son stato ingiustamente bistrattato
e questa è la mia vendetta
ditemi: v'ho beffato?
E ora il suo giullare
Si leva dagli impicci
Saluti alla signora
Al signore e ai bambocci.