Le migliori poesie di Salvatore Riggio

Studente, nato mercoledì 1 febbraio 1989 a Grevenbroich (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Salvatore Riggio

L'invidia stellare

Se solo avessi saputo che nel mondo esiste
qualcuno meraviglioso e unico come te...
Tempo fa ti avrei cercata,
ogni mare avrei navigato,
ogni monte avrei scavalcato,
ogni cielo avrei sorvolato,
persino nello spazio avrei viaggiato,
solo per poter trovare te.

Ecco...

Guarda le stelle, fallo attentamente,
osserva quanto sia mozzafiato la loro brillantezza.
Loro ci invidiano appena ci vedono, lo fanno in continuazione,
pur essendo belle già di per sé dimostrandolo col loro bagliore,
sanno che non lo saranno mai quanto la nostra amicizia.
Quanto il nostro amore.
Salvatore Riggio
Composta lunedì 23 novembre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    Il muro

    Io ti amo e te ami anche me,
    eppure i tuoi non vogliono
    concederci di poter stare insieme.
    Non si accorgono del male che ti fanno!
    La tua sofferenza, i tuoi pianti
    per loro sono solo piccolezze
    che prima o poi passeranno.

    Ma possibile mai che non si accorgono
    del male che ci stanno facendo? Per loro sono un ragazzo cattivo
    che cerca di strappare via la tua innocenza, la tua purezza...
    Ma non è mia quest'intenzione, voglio solo poterti stare vicino.
    Mano nella mano, uno vicino all'altro, nostri sguardi si incrocerebbero
    dove l'emozione sfocia ammirandone tale indescrivibile bellezza.

    Il nostro appuntamento lo dovremo annullare,
    visto che troppo alto è questo muro che i tuoi
    hanno posto tra noi, credendo che esso da me ti difenderà.
    Ma non piangere amore non sarai sola questa notte,
    quando la luna il cielo stellato in due spaccherà!
    Nei tuoi sogni mi intrufolerò dove io e te,
    insieme, saremo lontani da questa crudele realtà.

    Io ti amo...
    Salvatore Riggio
    Composta lunedì 16 novembre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      Il mio ricordo di te

      Come limone
      sul marmo è la tua
      mano sul petto.

      Come il sale
      sulla ferita è la
      tua carezza.

      Tu come vento
      tra fiamme in un bosco
      a ciel sereno.

      Tu come ghiaccio
      esposta alla luce
      crepuscolare.

      Sei l'orizzonte
      d'un arido deserto
      con alcun fine.

      Io? Disperso!
      Con l'acqua che scarseggia,
      sogno la morte...
      Salvatore Riggio
      Composta sabato 3 aprile 2010
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        La notte, il giorno

        La notte è la mia migliore amica,
        mi sa ascoltare in silenzio
        subendo per ore i mie discorsi,
        i miei deliri e le mie follie.
        Mi accorgo che troppo tempo è passato
        anche se pochi secondi sembrano trascorsi,
        quando intravidi la luna calar oltre l'orizzonte
        che sembra che porti insieme a sé le mie pazzie.
        Liberandomi da quel peso che sulle
        spalle dovetti sopportare.
        Quel sole che intravidi oltre l'orizzonte
        mi riempii pieno di malinconia...
        Poiché annunciò l'arrivo del mio peggior nemico, Il giorno!
        Odio il giorno mi sgrida in continuazione e in silenzio mi fa stare,
        mi riempie la testa dei suoi discorsi, deliri e delle sue follie.
        Appesantendomi inutilmente fino a che scoppiai a urlare:
        Notte! Per favore ritorna il più presto possibile, vostro fratello
        non mi vuole del bene, tutt'altro, mi vuole del male!
        D'improvviso una voce rispose: Caro mio vedi che sono sempre io,
        di notte t'ascolto passivamente, di giorno ti sgrido in continuazione.
        Ma non lo faccio perche ti voglia del male tutt'altro!
        Al calar del sole divento tua madre che ti accoglie tra le sue braccia
        e ti fa cullare nel sonno liberandoti dalla tua preoccupazione.
        Al calar della luna son tuo padre severo ch'è ti bastona, ti rimprovera
        e non smette fin quando riconoscerai dove tu abbia sbagliato,
        Affinché tu possa maturare, crescere, diventare un uomo!
        Fidati delle mie parole io ti voglio bene figlio mio,
        ma mi rincresce vedere che te mi abbia odiato...

        Perdonami...
        Salvatore Riggio
        Composta venerdì 30 ottobre 2009
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          L'anima esiliata

          Vedo solo desolazione
          in queste terre dimenticate,
          distruzione ovunque il mio sguardo voli...
          Sul terreno le orme ancora fresche stampate
          di quel caos che passò ponendo sul trono la confusione.

          Vedo solo immensa tristezza
          in questa pianura, dove il grigio prevale.
          Il sole spento in questo cielo privo di vita...
          Eppur un tempo questo vedere non era di un atrocità tale,
          ricordarlo mi provoca un certo senso di disgusto, di amarezza.

          Non vedo più niente in queste terre abbandonate,
          talmente è confusa ormai la mia vista
          che neanche al di fuori di ciò nulla di definito intravidi...
          Ma come avrà fatto lei a ridursi in questo stato?
          Mai avrei potuto pensare che io e lei per questo eravamo destinati,
          ormai però dovrò accettare... vivere in queste terre come neo esiliato...
          Salvatore Riggio
          Composta lunedì 16 novembre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            Dinanzi a te col mazzo in mano

            Ora mi ritrovo dinanzi a te,
            con che coraggio lo faccio
            non ne ho alcuna idea.
            Son qui sperando di ritrovare
            una speranza per poter in futuro
            la nostra storia riiniziare,
            anche se dopo quel che accade
            sembrerebbe soltanto una follia.
            Intanto un petalo di biancospino
            scorsi danzare nel aria che in terra cadde.

            Ora mi ritrovo dinanzi a te con questo mazzo di fiori
            stretto in pugno, mi accorsi che tu li iniziasti ad osservare.
            Il tuo sguardo era gelido mi sembrò che le camelie rosa e rosse
            si radrizzassero da quei due diamanti, quasi che stessero per gridare
            ed ora si alzò anche una leggera brezza, ho comesso un sbaglio
            presentarmi qui da te, la speranza si sta affievolendo e ne ho paura...
            Nel fratempo la porta, le finestre sbattero violentamente per la brezza
            che semper piu forte divenne e la luna piena si nascose tra le nuvole
            nere che sembrano voler piangere e che son a forma di calendula.
            Mi sa che anche lei inizio a non sopportare quel tuo gelido sguardo...

            Ora mi ritrovo dinanzi a te ma ormai mene son pentito,
            non ce bisogno di alcuna tua parola io so già di aver capito
            allora mi volsi, mene andai e intrapresi un nuovo cammino
            col mazzo in mano che il tuo sguardo ha fatto appassire,
            finche anche il mio non si posò sulla terra poiché rimasi colpito
            da quei due fiori che per poco calpestai! Un vilucchio, un ciclamino...
            Non credo che io possa mai più dimenticare quello che nel
            mio cuore, nella mia anima in questa notte ho sentito...
            Salvatore Riggio
            Composta martedì 17 novembre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              Delicato inganno

              Credevo che versare un'altra lacrima non ne ero più capace,
              credevo che l'ultima la versai in quella vita che non più m'appartiene
              ma quando ho incontrato te mi son dovuto ricredere,
              Non appena la sentii scivolar giù dagli occhi sulle guance.
              Credevo che se avessi incontrato l'amore
              mi avrebbe avvolto per intero.
              Credevo che sarebbe stato puro è sincero
              ma ho scoperto che è soltanto un inganno un illusione,
              ti si avvicina dolcemente quasi non ci si accorge,
              ti abbraccia prima delicatamente e poi per tutto ti avvolge
              e quando ti lasci andare lei ti stringe ancor più forte
              ma poi inizia a soffocarti e rivela ciò che cela veramente,
              ovvero l'intento di afferrar e tener in pugno il tuo cuore.
              Strozzarlo, calpestarlo e gettarlo via con rancore
              ma troppo invitante fu il suo fare,
              che volevi illuderti e sperare in una rosea sorte.
              Non è cieco l'amore, è accecato colui che si illude,
              il quale l'evidenza vuol negare
              ma tardi è quando ci si accorge che desiderava solo la sua morte.
              Salvatore Riggio
              Composta sabato 19 dicembre 2009
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                La pioggia

                Se smettesse di piovere,
                smetterei di scrivere.
                È la pioggia che dirige la mia mano,
                le sue acque il mio inchiostro.
                E con ogni singola goccia che si frantuma sul terreno,
                da cui traggo la mia ispirazione
                e così che mi chiedo; Perché chiedere allor ciel sereno?
                Non è forse meglio che la pioggia non continui la sua peregrinazione,
                affinché io possa dissetare la mia passione?
                No, meglio di no allora,
                non voglio che lei muoia dissetata,
                che vagabondi in un deserto alla ricerca di un oasi,
                oasi che sarà difficile trovar, non sarà facile essere scovata.
                No, meglio di no allora.
                Poiché è la pioggia che dirige la mia mano,
                le sue acque il mio inchiostro.
                Se smettesse di piovere,
                smetterei di scrivere.
                Salvatore Riggio
                Composta venerdì 8 gennaio 2010
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