Le migliori poesie di Salvatore Riggio

Studente, nato mercoledì 1 febbraio 1989 a Grevenbroich (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Salvatore Riggio

La Nebbia

Come potrò farmi riamare,
nonostante quello che ho fatto di male?
Come potrò dire a lei che sono cambiato
se non mi vuole nemmeno ascoltare?
Non mi spiego come mai io abbia
questi pensieri nella mia testa
e perché non se ne vogliono andare.

Penso che questi dilemmi
con una risposta
li potrei risolvere!
Ma il vero problema
è che la risposta me la devo trovare
ma come...?

Credo di aver capito,
forse nel mio cuore dovrei cercare!
Ma se nella via del cuore
ce tanta nebbia,
più avanti non potrei andare.
Allora non mi resta altro che prosequire
la via della disperazione
e infelice restare.
Salvatore Riggio
Composta sabato 11 gennaio 2003
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    Scritta da: Salvatore Riggio

    Tu...

    Tu...
    Che vagabondo fin da giovane obbligato sei stato.
    Tu...
    Che troppe città nella tua infanzia hai cambiato.
    Tu...
    Si proprio tu! Che se ogni volta che hai cambiato vita
    rappresentasse una pagina di un libro,
    allora ne avresti riempito di pagine almeno una decina.
    Tu...
    Non so se non aver avuto amici da moccioso
    per te sia stato una fortuna o un peccato,
    eri sempre un vababondo solitario in questo mondo.
    Hai pianto per essere stato solo, ma lo nascondevi
    tratenevi le lacrime davanti gli altri perché tene saresti vergognato,
    era un segno di debolezza per te e questo non lo sopportavi.
    Tu...
    Che consideri comunque di essere stato fortunato,
    non averli avuto almeno significava che nel momento dell'addio
    la tristezza il tuo cuore mai avrebbe potuto sfiorare, si non l'ha toccato.
    Tu...
    Ma chi credi di prendere in giro?
    Preferisci continuare a mentire a te stesso?
    Sappiamo bene che te soffrivi come un cane...
    Avresti preferito essere dalla tristezza sfiorato
    ogni volta che l'addio si avvicinava,
    piùttosto che averla sempre avuto inciso
    nel tuo cuore che dimora per lei è stato.
    Tu...
    Che ormai cresciuto e piccolo uomo sei diventato,
    rimpiangi ciò che hai vissuto da moccioso, il tuo passato.
    Avresti voluto aver avuto un'infanzia piena di amicizie, di sorisi,
    di divertimento, di caldi abbracci come ogni bambino si meritava!
    Ma adesso ti ritrovi a mordicchiarti il labbro perché la tua non è andata
    come te speravi e ti riempie di rabbia perche sai che la tua...
    l'hanno bruciata...

    Tu... Ma perche stai piangendo?
    Io? Per... perché te mi odi...
    No, non odio te, ma la tua infanzia e ciò che ti stette intorno.
    E t... tu per... perché stai piangendo?
    Io? Le mie son solo lacrime di gioia perché
    il tuo è solo passato, una nuova vita ormai stai vivendo...
    Salvatore Riggio
    Composta mercoledì 18 novembre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio

      Come una piuma

      Sono senza peso ormai,
      libero come una piuma danzante
      che nel aria volteggia soavamente
      a destra e a sinistra senza meta precisa
      e non più prigioniero di questo vicolo cieco
      in cui per tanto tempo mi trovai.

      Sono senza peso ormai
      con la mente libera, il cuore in pace,
      la mia anima senza davanti quelle sbarre.
      La via si è riaperta adesso potrà scappare
      da quest vicolo cieco ed ne è felice,
      mai tale senso di libertà in vita mia provai.

      Sono senza peso ormai,
      si lo so abbiam sofferto, abbiam pianto,
      abbiam gridato, ci siam sentiti sofocare.
      Il respiro che ci mancava, la gola dolorante,
      il fondo per un pelo siam riusciti ad evitare.
      Peccato solamente per questo povero cuore infranto,
      ma adesso sei libera come non lo sei stato mai.
      Non aver paura! In quel orribile posto
      neanche per sogno ritorno tu ci farai.

      Adesso sei libera...
      Salvatore Riggio
      Composta domenica 29 novembre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio

        Mia Principessa, mia regina

        Oh principessa del mio cuore di diamante!
        Lei è la prima che dolcemente sia riuscita a scalfirlo,
        l'unica per la quale vi è permesso entrare.
        Non so come, non so quando ma pian piano è riuscita ad aprirlo
        nonostante vi si presentasse dinanzi un recinto di spine ripugnante.
        Non si è mai lamentata del male che vi procurarono,
        un male che giuro non vi avrei mai voluto arrecare.
        Ora lei sta li, al centro esatto di questo mio cristallo
        ad osservar le mille crepature che dinanzi a lei si presentarono,
        a tale triste panorama lacrime sincere, sentite, caste caddero al suolo
        e il lor tonfo riecheggiò nel mio diamante diventato ormai suo castello,
        il quale ha scelto e proclamato lei come la sua regina,
        oh mia altezza che con attenzione, affetto, dolcezza e col suo amore!
        Ha riempito ogni singola crepatura salvandolo dalla sua rovina.
        Ora brilla, brilla più che mai abbia mai fatto d'una luce accecante,
        luce che non avrebbe potuto esserci senza le sue cure premurose.
        Ora è forte abbastanza da depositar via il recinto di spine ripugnante,
        il quale non ha più ragione di esistere grazie a lei, mia adorata regina!
        D'ora in poi sarò il suo scudo, la sua spada. La terrò sempre per mano
        e ogni suo sacrificio per me le prometto che non sarà stato invano.
        Mia principessa, mia regina, le chiedo perdono... la mia vista
        fu offuscata dalle mie stesse ferite che la sua non potei notare,
        ha visto in me il rifugio per la sua anima straziata, un'anima tradita.
        Son il punto di riferimento che per tanto tempo non è riuscita a trovare,
        ora la prego lasci che sia io a prendermi cura della sua ferita.
        Salvatore Riggio
        Composta martedì 2 marzo 2010
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          Lo stelo e il suo fiore

          Come lo stelo e il suo fiore,
          l'uomo della propria donna ha bisogno,
          per sentirsi completo e aver un senso.
          Cosi come lo stelo la sorregge e le da sostegno,
          e l'amor come il loro sole,
          l'acqua come la loro passione,
          la terra come il padre e la sua benedizione
          e il cielo che li avvolge, diviene la realtà che era un sogno.
          Cosi il fiore profuma e inebria l'aria della sua essenza,
          dalle sue radici trova la forza e mai potrebbe vivere senza,
          come lo stelo non arricchisce il prato senza il suo fiore.

          A che servirebbero separati se non esistere gli uni per le altre?
          Salvatore Riggio
          Composta giovedì 5 luglio 2012
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            Libro dimenticato

            Il silenzio, la mia casa!
            Caccia via l'incertezza e la confusione...
            a loro neanche li fa entrare,
            per loro tiene la porta ben chiusa.
            Il silenzio, la mia pace!
            Senza tormenti l'anima mia può riposare
            da queste altrimenti acque agitate.
            Amo quando tutto tace.

            La solitudine, mia migliore amica!
            Mi aiuta a dimenticare, scordarmi di cose
            che prima troppa importanza ho dato,
            liberando la mia mente dal quella prigione
            in cui il caos regna incontrastato.
            La solitudine, mia salvezza, mia vita.

            Il mio essere un mistero
            pian piano si scopre, si svela!
            Ma solo per coloro che non
            si fermano alla sola copertina...
            Di questo libro pieno di polvere e di ragnatela,
            ma quasi nessuno va mai oltre per davvero.

            Il silenzio, la solitudine, il mio essere!
            Salvatore Riggio
            Composta lunedì 16 novembre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio

              Baratro senza fondo

              L'amicizia tra donna e uomo
              per poco tempo essa resiste solo,
              col suo scorrere incessantemente
              prima o poi in uno dei due essa si tramuta in amore.
              Per colui che amerà, sarà solo sofferenza e dolore,
              ma pur di starle vicino preferirà farsi del male.
              Un male che accetta volentieri perché senza di lei
              quel che ne verrebbe di sicuro sarebbe d'intensità maggiore,
              senza il suo dolce viso, quel sorriso, quegli sguardi, quella stretta
              di mano, quegli abbracci, senza sua dolce voce che canto soave pare
              sentirebbe in sé un vuoto incolmabile e profondo.
              Allora preferisce riempirlo di quel suo amore anche non ricambiato,
              che per lui rappresenta l'unico appiglio a cui si può aggrappare
              per non sprofondare inevitabilmente in quel baratro senza fondo.
              Salvatore Riggio
              Composta lunedì 23 novembre 2009
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                Scritta da: Salvatore Riggio

                Il mio sguardo ti trova

                Ora che il mio sguardo ti trova,
                oh fascio di luce che penetra e trafigge
                queste minacciose nuvole di una notte offuscata,
                mi illumini la via, la strada da percorrere!
                Di questa città che per l'oblio sembra essere destinata,
                senza te dal labirinto fuoriuscito non sarei, dovendomi arrendere,
                mi sarei perso vagabondando senza meta in questa vita dannata.
                Non ti ho mai dato nulla ma sei qui intenta a volermi proteggere,
                sei il mio punto di riferimento, la stella polare che tanto ho desiderato.
                Mai a niente e nessuno permetterò che ci possano un giorno dividere,
                non ti perderò di vista ora che il mio sguardo ti ha trovato.
                Te che hai udito l'urlo del mio silenzio e l'ha ascoltato.
                Ormai altro dire sarebbe futile tranne che... Grazie di esistere.
                Salvatore Riggio
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                  Scritta da: Salvatore Riggio

                  Poesia

                  Ho il cuore lacerato e le mani ferite
                  e col loro sangue che scrivo
                  i miei versi, le mie poesie.
                  La stilo la faccio scorrere sulla carta che sa di nuovo,
                  intingendolo in quella pozzanghera che si è formata col mio dolore.
                  Ed ad ogni parola cerco di donare
                  mille sfumature di emozione e le do colore.
                  E se alcun brivido all'anima di chi legge riuscirò a suscitare,
                  se alcun sobbalzo riuscissi a provocare al cuore di quel lettore,
                  allora questo foglio apparirà di tonalità grigiastra
                  gli scivolerà via dalle mani, tra le dita
                  e il vento lo scaraventerà fuori dalla finestra.
                  Stracciandolo con le sue raffiche in mille pezzi
                  di cui la pioggia e il tempo non avranno pietà.
                  Diventerebbe un foglio come un altro di cui nessuno si ricorderà.
                  Salvatore Riggio
                  Composta martedì 5 gennaio 2010
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                    Scritta da: Salvatore Riggio

                    Fino ai confini dell'infinito

                    Te sei l'ossigeno per il mio cuore.
                    Il respiro della mia anima.
                    Il senso della mia vita.
                    Te sei il palpito del mio cuore,
                    ragione per cui esso batte ancora.
                    Sei le ali che avvolgono la mia anima,
                    che mi sollevano ogni giorno
                    asciugando ogni mia singola lacrima,
                    che non permettono che ne versi ancora.
                    Te sei il mio sorriso, il suo riflesso.
                    La mia felicità, la gioia nella mia vita.
                    Te sei colei che ha strappato via
                    le braccia  della solitudine che mi avvolgevano, che avevo addosso.
                    Te sei la luce che accarezza il mio viso al mio risveglio nella mattina.
                    Sei ormai più importante di me stesso.
                    Sei, sei, sei e ancora sei la ragione per cui le parole
                    non basteranno mai per descriverti appieno mio amore...
                    Poiché la tua bellezza d'animo,
                    si espande fino ai confini dell'infinito.
                    Salvatore Riggio
                    Composta venerdì 8 gennaio 2010
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