Scritta da: Eclissi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Silenzio
Musica dell'indifferenza
cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio frana d'errori
copri le loro voci ch'io
non mi senta più
tacere.
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Musica dell'indifferenza
cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio frana d'errori
copri le loro voci ch'io
non mi senta più
tacere.
Fissa questa manciata di bellezza su questa tavolozza
non si sa mai potrebbe essere finale
oppure lasciala è il paradiso e poi
velluta imeni suoi globi dei tuoi occhi
o sul ponte di Butt arrossisci di vergogna
la mista declinazione di queste mammelle
rizza la tua luna tua e soltanto tua
su su su fino alla stella della sera
svieni sull'archi-gassometro
garofano fresco di Misery Hill
svieni sulla piccola rossa
casa di preghiere
qualcosa cuore di Maria
il Bull e il Pool le gettate che non si incontreranno mai
almeno in questo mondo
invece sfreccia tra i fusti caracollanti
rovescia il ponte Victoria bravo
rallenta striscia giù per Ringsend Road
Irishtown Sandymount cerca trova il Fuoco dell'Inferno
gli AppartamentiMerrion segnati da un trilione di sigma
il Dito di Gesucristo Figlio di Dio Salvatore
ragazze sorprese mentre si spogliano bravo
sul frangiventi e onde di Bootersgrad
la marea pànico dei gabbiani bigi
le sabbie si smuovono nel tuo cuore caldo
nasconditi non nella Rocca non ti fermare
non ti fermare.
Tre volte venne
l'uomo delle pompe funebri
impassibile dietro la bombetta squamosa
a misurare
non lo pagano per misurare?
Questo incorruttibile nell'ingresso
questo malebranca guazzante nei gigli
Malacoda fino ai ginocchi nei gigli
Malacoda nonostante l'esperto terrore
che felpa il suo perineo smorza il segnale
sospirando nell'aria greve
sarà? Deve essere deve essere
cerca le gramigne occupali in giardino
sentite lei può vedere non c'è bisogno
per seppellire
con gli ungulati assistenti
cerca le gramigne distrai la loro attenzione
sentire lei deve vedere non c'è bisogno
per coprire
certo copri copri bene tutto
la tua targa permettimi tieni il tuo zolfo
divino vetro canicolare sereno
aspetta Scarmiglione aspetta aspetta
metti questo Huysum sulla cassa
attento all'imago è lui
sentire lei deve vedere deve
tutti a bordo tutti i
morti a mezz'asta sì sì.
Mondo mondo mondo mondo
e il viso tomba
nuvola contro la sera
de morituris nibil nisi.
E la faccia si disfa timidamente
troppo tardi per rabbuiare il cielo
arrossendo via nella sera
rabbrividendo via come una gaffe
Veronica mundi
Veronica munda
dacci una strofinata per amore di Cristo
sudando come un Giuda
stanco di morire
stanco dei poliziotti
i piedi in marmellata
traspirando profusamente
il cuore in marmellata
fumo più frutta
il vecchio cuore il vecchio cuore
erompendo extra congresso
eppure ti assicuro
sdraiato sul ponte O'Connell
guardando stupito i tulipani della sera
i tulipani verdi
brillanti all'angolo come un antrace
brillanti sulle chiatte della Guinness
il soprattono la faccia
troppo tardi per rischiarare il cielo
però però ti assicuro.
Vire serpeggerà in altre ombre
non nato tremerà per le vie lucide
e la vecchia mente dimenticata dallo spirito
sprofonderà nel suo disastro.
Asilo sotto il mio passo tutto il giorno
i loro festini smorzati mentre la carne cade
erompendo senza paura né vento favorevole
le guantilope del senso e del nonsenso corrono
prese dai vermi per quel che sono.
C'era un paese felice
l'American Bar
di Rue Mouffetard
c'erano delle uova rosse lì
ho una schifosa dico gallinoroide
tornando dal gabinetto
il vapore la delizia il sorbetto
lo chagrin dei vecchi pelle e ossa
sgangherato corpo felice
perso nel mio vecchio vestito lurido
navigando barcollando su fino a Puvis il guantone di tulipani
frusta frustami con tulipani gialli mi tirerò giù
questi luridi vecchi pantaloni
il mio amore mi ha cucito vive le tasche vive-oh davvero disse meglio così
immacolato poi entro gli stracci marroni scivolando
verso l'affresco risalendo libero il fiordo di uova tinte e strisce di cuoio con campanelli
sparisco pensate nel locale
i ruffiani giocano a bigliardo eccoli che gridano i punti
la Barfrau fa molta impressione col suo potente didietro
ci sono Dante e la beata Beatrice
prima della Vita Nuova
le palle cozzano scalogna amico
Gracieuse è là Belle-Belle giù nello scarico
Percinet stivalato colla mascella al cobalto
fanno giochi ingobbia-ingobbia
succhia succhiare non cambia nulla
l'Alighieri se n'è andato au revoir a tutto questo
crollo del tutto in una risatina di dispetto
sentite
sulla sala un terribile silenzio
un brivido sconvolge Madame de la Motte
si spande scampana giù lungo le sue fettine
il gran didietro schiumeggia e si calma
presto presto il cavalletto i mollatori per il rito
vivas puellas mottui incurrrrrsant boves
oh subito subito prima che rinvenga la gogna bambù per la bastonatura
una luna amara sculacciata alla moda
oh Becky smetti non ti ho fatto niente smettila maledetta
smettila mia buona Becky
metti via le tue vipere Becky ti pagherò lo stesso
Signore abbi pietà di
Cristo abbi pietà di noi
Signore abbi pietà di noi.
Nella magica penombra omerica
oltre la guglia rossa di santuario
io nullo lei scafo regale
di fretta verso la luce viola verso l'esile musica K'in della mezzana.
Lei mi è davanti nel padiglione illuminato
a reggere le schegge di giada
lo sfregiato segnacolo della calma dei puri
gli occhi gli occhi neri finché l'oriente plagale
non risolverà la lunga frase della notte.
Poi, come un rotolo, piegata,
e la gloria della sua dissoluzione ingrandita
in me, Abacúc, feccia dei peccatori.
Schopenhauer è morto, la mezzana
mette da parte il suo liuto.
Trascinando la sua fame per il cielo
del mio cranio guscio di cielo e terra
scendendo verso i proni che dovranno
presto raccogliere la loro vita e muoversi
derisi da un tessuto che non può servire
finché fame terra e cielo saranno putridume.
Uscendo dal vecchio grandioso Museo Britannico
Talete e l'Aretino
in grembo al Regent's Park il flogo
crepita sotto il tuono
bellezza scarlatta in questo mondo pesce morto alla deriva
tutte le cose piene di dèi
spremuti e sanguinanti
un uccello tessitore è mandarino l'arpia è ormai spacciata
anche il condor col suo boa spellacciato
guardano fisso attraverso il colle delle scimmie gli elefanti
l'Irlanda
la luce cala lungo il loro vecchio canyon familiare
mi succhia via verso quella vecchia certezza
il c. Lo ardente di Giorgio il trapano
ah di là una vipera
addenta il suo topo
bianco come neve
nel suo abbagliante forno flusso di peristalsi
limac labor
ah padre padre che sei in cielo
mi trovo a confondere il Crystal Palace
con le Isole Beate da Primrose Hill
ahimè debbo essere quel genere di persona
andiamo a Ken Wood chi mi troverà
l'alito trattenuto in mezzo ai cespugli
nessuno fuorché i piú rintanati amanti
mi sorprendo commosso dai molti fumaioli piegati
in omaggio al ponte della Torre
riverenza del serpente che esce dalla City o rientra
finché nell'imbrunire una chiatta
cieca di orgoglio
scosta via la sciarpa delle basculle
poi nella grigia stiva dell'ambulanza
pulsando sull'orlo marca di sospiri
poi giù mi immergo tra la canaglia
fìnché un tizio dannati i suoi occhi cerchiati
mi chiede se ho finito col giornale
zoppico via infuriatissimo sotto le Stanze degli Sposati
Torre boia
e via via lontano in gran fretta verso il gigante spaccone di Wren
e maledico la giornata ingabbiato ansimante sulla banchina
sotto la caldaia lucida
non sono nato Defoe
a Ken Wood però
chi mi troverà
mio fratello la mosca
la mosca domestica
trascinandosi dal buio alla luce
si aggrappa al suo posto sotto il sole
si arrota le sei zampe
si compiace dei suoi piani dei suoi bilichi
è l'autunno della sua vita
non poteva servire al tifo e a Mammona.