in Poesie (Poesie personali)
Fosforo bianco
Macabre smorfie
sui volti sfigurati
d'involontari clown
nella scena finale...
Poi cala il sipario.
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Macabre smorfie
sui volti sfigurati
d'involontari clown
nella scena finale...
Poi cala il sipario.
Spirali di fumo
di una sigaretta
danzano tra i muri
d'una stanza vuota.
Cirri leggeri
solcano l'oceano del cielo
come strisce di seta
ai primi lampi dell'aurora.
Desideri inespressi
volteggiano lievi
nel grembo di un'aria rarefatta
e ti cercano.
Come bagliori d'un incendio,
mille raggi dipingono nel cielo
nuvole di sangue.
Reminiscenze ambigue
di un passato incerto...
Nobili torri elevate sulla sabbia...
Ideali sognati
quando in essi non riconoscevo
gli odiati figli di un'antica madre:
l'Utipia.
Ora sento sul collo
l'alito famelico
di una torma di cani che m'assale.
Il dubbio reclama -
forse illegalmente -
diritto di cittadinanza nella verità.
E annego in un bicchiere
l'essenza amara di mille riflessioni.
Poi muovo i miei passi - barcollando -
tra le pareti della mia prigione
che i fumi dell'alcol
rendono più angusta:
una dimora che mi stringe
e che soffoca un'ansia senza tempo:
l'anelito indomabile
di libertà!
Mi ritrovai
sull'orlo di quel baratro greve
che è l'umana solitudine
quando qualcuno
mi tese una mano.
Talora svaniscono, i sogni,
come ombre
che - vaghe - si dileguino
in un immenso oceano di nebbia.
... E ti chiedi chi sei
quando emerge una tensione razionale,
quando vaghi attraverso i tuoi pensieri,
e sembra inafferrabile il senso della vita.
La vita: realtà o illusione?
Non vivi, forse, nel sogno,
essenza enigmatiche,
indecifrabili
che pure ti sembrano realtà?
E l'illusione d'esserti destato,
è la certezza d'aver posto fine
a oniriche visioni?
Non t'e concesso, forse, di pensare
quando vivi un'ingannevole realtà
nell'universo dei sogni?
E se pensi a un mondo migliore,
non è, questo pensiero,
esaltazione della fantasia,
bastarda figlia di un sogno?
Anch'io ho deposto -
sull'impiantito della mia stanzetta -
la vecchia tromba... E ormai
più non s'odono squilli
ma l'eco malinconica, soltanto,
di un'antica, triste "Arlecchinata".
Alati mostri
stillano nere macchie
sulle pagine - già intrise -
del libro del Tempo.
Pochi, i dolci ricordi!
Ed io li custodisco nella mente
come, segreto scrigno,
poche gemme preziose in sé racchiude.