Una ricetta
Se sei stufa del tran tran, delle reti o delle LAN,
senti a me! Metti il grembiule, non rinchiuderti in baule.
E con aria baldanzosa e intenzioni da golosa
avvicinati ai fornelli (prima copriti i capelli!).
Tira fuori una padella, quella rossa, quella bella,
versa poi un pochino d'olio con fierezza e molto orgolio...
e strapazza da una parte con maestria ed un tocco d'arte
due o tre uova che per caso si trovavano nel vaso.
Il prosciutto ci sta a posta. Questa è dunque la proposta:
di tagliarlo a pezzettini: a striscette o a dadini,
ma la cosa più sciccosa è la bufala succosa,
che immancabile di già la "Cuochina" triterà,
per poi farne presto un tutto col citato "Dio" prosciutto.
Se a aver fame siete in due e non c'è carne di bue,
versa tre o quattro cucchiai di frittata e non far guai!
Fai attenzione al padellino! Che non sia un po' piccolino,
né a misura da elefante (di esperienze ne ho già tante!).
Spandi bene e aggiungi tosto il tritato che ti ho esposto.
Un minuto di cottura poi ripiega in due con cura
la frittata che ora è pronta con la lode e senza l'onta.
Se intravedi in trasparenza del ripieno la presenza,
di sbagliato sarà, oh bella, o le dosi o la padella.
Ma anche fosse capitato, chi ritenta è fortunato!
Il piattin che fame mette era quel dell'omelette!
Composta lunedì 11 gennaio 1999
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