Sintassi e Semantica
Per via di quello scritto della sera
dormir si rivelò come chimera
per Lei, protagonista della storia,
che presto dimostrò un po' troppa boria
con la sua ancella che il mattin seguente
stendevasi per terra ormai impotente.
Semantica, la prima, è la padrona
Sintassi, la seconda, è la Sua serva
che giorno e notte ormai vieppiù si snerva
per ricondurre frasi ad una buona
che in giro per la stanza sparpagliate
Lei si ritrova spesso e un po' a brandelli
lasciate da Semantica imbrigliate
con molti ghirigori e troppi orpelli.
Levatesi dal letto a notte fonda
Semantica trovò l'umile ancella
distesa a fianco al letto e la sua sponda
destatasi da un urlo che sfracella:
"Dalla mia vista togliti mia ancella,
che la tua scarna e inutile carcassa
l'incedere mi vieta e più non passa
la nobil mia figura e si ribella
a ostacolo che erigi al mio fulgore,
all'estro folgorante e all'inventiva
che la miseria umana e un po' corriva
riscatta ridonandole l'ardore!
Per sempre dunque muovi le tue membra!
Chè della tua presenza non mi sembra
rimasta esservi più né un'esigenza.
Di te da adesso in poi potrò far senza!"
Sintassi replicò con modo e ossequio:
"Se Voi volete presto ì mi dileguo.
Perdono chiedo o saggia mia padrona,
solo a servirvi in fondo io son buona!
Ad evitar franar più rovinoso
ai vostri commendevoli pensieri
che oggi sparsi tanto quanto ieri,
avrebbero un destino assai penoso!
Lo scheletro io son di Vostra grazia,
la guida che ripara da disgrazia,
la gabbia da cui uscire con licenza.
Di me però giammai può fare senza
Vostra figura nobile ma informe
se vuol che di sua traccia lasci l'orme!"
Semantica non colse quel discorso.
Capì però che meglio avrebbe fatto
a bersi un bel caffè o di vino un sorso
e stringer con Sintassi un sacro patto!
Composta martedì 27 agosto 2013
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