Al mio angelo
Fingevo di ammalarmi e tu venivi
dal cielo, angelo mio, per consolarmi;
mi provavi la febbre e trepidante
mi rimboccavi bene le coperte
e mi baciavi, lieve, sulla fronte.
Di colpo io fingevo di guarire,
ti prendevo sul letto e ti baciavo
e poi ti penetravo tutta notte.
Ma, al primo canto del gallo, tu sparivi.
Adesso io mi sento proprio male,
la falce della morte mi accarezza
e i diavoli stanno attorno al letto
aspettando la mia anima dannata.
Ti chiamo disperato e tu non senti.
Angelo mio, perché tu non mi credi?
Io non sono capace di mentire,
sto morendo e il mio cuore già non batte.
O mio angelo, tu devi venire,
hai dimenticato qui le tue ciabatte.
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