Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie catartiche)
Lasci il segno
Quando parli lasci il segno,
quando ridi lasci il segno,
con lo sguardo lasci il segno...
caro il mio Zorro, hai rotto i coglioni.
Commenta
Quando parli lasci il segno,
quando ridi lasci il segno,
con lo sguardo lasci il segno...
caro il mio Zorro, hai rotto i coglioni.
Cinque...
Quattro...
Tre...
Due...
Uno...
Che pagella del cazzo.
Mi manca la tua dolcezza,
mi manca l'odore che avevi
che mi inebriava i sensi.
Il solo vederti significava felicità,
un bacio sul tuo morbido corpo era fonte di piacere,
e mi dava forza, e vigore.
Mi manchi...
mi manchi Nutella.
Le luci,
l'albero.
Tutto qui
quello che mi ricordo
dell'incidente.
Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità che, crescendo... si sviluppino entrambe le condizioni.
Mi piace quando mi accarezzi il collo;
adoro sentire i tuoi buffetti sulle guance;
è bellissimo quando mi copri gli occhi e mi chiedi "chi sono?"
Però cazzo, quando guido non mi devi rompere i coglioni!
Amore, tu, presente del presente, dove sei?
Non sei qui.
Tu, freschezza della notte, dove sei?
Non sei qui.
Tu, calore del mio cuore, dove sei?
Non sei qui...
Vabbè, anche stanotte andrò a puttane!
Un profumo nell'aria
dello champagne sulla tavola
un vestito sul tappeto
e nel mio letto tu:
cane di merda.
Ho visto gente vivere in baracche
ho visto gente nutrirsi di rifiuti
ho visto gente morire per strada:
che vacanze di merda che ho fatto quest'anno.
Previti nostro, che sei in Parlamento,
sia santificato il tuo cognome,
venga il tuo regno,
sia fatta la volontà del tuo mandante
come alla Camera così in Senato.
Dacci oggi
la legge ad personam quotidiana,
rimetti le nostre corruzioni
come noi le rimettiamo ai nostri corruttori,
e se ci induci in tentazione,
salvaci con la prescrizione.
Amen.