E' l'angoscia
Se guarderete tra la gente
vedrete un uomo che non è un uomo.
È un soffio di fiato che non è fiato.
È un'ombra.
Quest'uomo che non è un uomo
porta il peso di tutte le incomprensioni
di tutte le esistenze del mondo,
da sempre:
è l'angoscia.
Ha due braccia che sono travi
e un sorriso che è un pozzo
dove cadono le espressioni degli altri
senza lasciare traccia.
Niente speranze, niente sogni,
nessun segreto da proteggere;
il sole è pallido anche a maggio:
è l'angoscia.
Quest'uomo stravolge il cosmo
anche quando questo vuol starsene fermo,
perché le cose non sono cose
ma sono non-cose. E la vita non è vita,
è non-vita.
Così le stelle si confondono.
Egli non appartiene alla terra,
non rientra in nessuna categoria,
è solo nella sua lotta.
Non può non essere solo
perché, solo, lotta contro il se stesso solitario.
Questo fiato che non è un fiato
vorrebbe gioire
ma se lo fa tremano le labbra e smette subito
e se vuole piangere
non c'è lacrima che gli bagni la guancia:
è l'angoscia.
Quando quest'ombra comprende che è essenziale
a questo mondo, quando ci crede davvero,
quando accetta che non può esistere una forza oscura
che gli stringe le membra e gli affanna la mente
più forte di lei,
se questa forza è la somma dei suoi stessi pensieri
che sono il suo Io,
quest'ombra smette d'essere ombra,
smette d'essere fiato,
smette d'essere uomo.
È più di un uomo:
è un uomo che piange
che ride
che ama.
E il sole scalda la pelle.
Anche le stelle si riorganizzano.
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