Viaggio senza ritorno
Avevo preso quella decisione,
volevo donare la mia vita al niente,
cancellare tutto questo dolore
cancellare le lacrime salate, bastarde dal pavimento
e cadere nel buio, cadere per sempre
e non alzarmi,
volevo sperare la morte con lieve pazienza
senza aggredirla o impaurirla,
ho desiderato morire nei boschi
pieni di fragole mature, avvelenate dal mio
cuore diviso, squarciato in due.
Una puttana che ha perso
la via si perde negli occhi di chi la sua
dignità calpesterà,
un angelo suicida per le strade e le montagne
cerca invano un cuore da poter
seppellire assieme alle sue ali,
un carnefice, uno stupratore con le mani giunte
inginocchiato sul tappeto sporco
ancora dal sangue innocente
di colei che l'amore ancora aspettava,
prega un Dio che nel suo cuore
ha già tradito, prega, si pente,
chiede perdono per i suoi peccati così orrendi,
non passa molto tempo
il cielo è ancora scuro,
il carnefice ha consumato un'altra vita,
si pente ancora e prega ancora
quel suo Dio così amato, buono, tradito.
Maledico il mio essere poeta
in un mondo strumentalizzato
da un Dio che non ha padroni.
Steso a terra rincorro colori e sogni,
sono già morto dentro,
una parte del mio cuore è ancora illuminata
da una strana luce,
osservo gli smeraldi e penso al vuoto
che nel profondo non sono
mai riuscito a colmare,
corrò verso l'Africa
per poter così donare la parte
illuminata di questo
mio cuore sconosciuto a coloro che sicuramente
ne hanno bisogno e forse anche più di me.
Composta sabato 11 dicembre 2010
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