La gran sete amorosa che m'afflige,
la memoria del ben onde son priva,
che mi sta dentro al cor tenace e viva,
sì che null'altra più forte s'affige,
sovra ogni forza mia move et addige
la vena mia per sé muta e restiva,
e fa che 'n queste carte adombri e scriva
quanto aspramente Amor m'arde e trafige.
Chi fa qual noi parlar la muta pica?
Chi 'l nero corvo e gli altri muti uccelli?
La brama sol di quel che li nutrica.
Però s'avien ch'io scriva e ch'io favelli,
narrando l'amorosa mia fatica,
non son io no, son gli occhi vaghi e belli.
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti