O ora, o stella dispietata e cruda,
ch'io vidi dipartir la gloria mia,
lasciando di beata ch'era pria
la vita mia d'ogni suo bene ignuda!
Da indi in qua per me si trema e suda,
si piagne, si dispera e si disia:
e sarà meraviglia, se non fia
che morte tosto queste luci chiuda.
Che, del lor fatal sol restate senza,
altra luce giamai mirar non ponno,
che lor non sembri notte e dipartenza.
Dunque o lor tosto, Amor, rendi il lor donno,
o, per non soffrir più sì dura assenza,
tosto le chiudi in sempiterno sonno.
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
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