Quelle lagrime calde e quei sospiri,
che vedete ch'io spargo sì cocenti
da poter arrestar il mar cò venti,
quando avien ch'ei più frema e più s'adiri,
come potete voi coi vostri giri
rimirar non pur queti, ma contenti ?
O cor di fère tigri e di serpenti,
che vive sol dè duri miei martìri!
Deh prolungate almen per alcun'ore
questa vostra ostinata dipartita,
fin che m'usi a portar tanto dolore;
perciò ch'a così sùbita sparita
io potrei de la vita restar fuore,
sol per servir a voi da me gradita.
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
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