A che, signor affaticar invano
per ritrarvi e scolpirvi in marmi o in carte,
o gli altri c'hanno fama di quest'arte,
o 'l chiaro Buonaroti o Tiziano,
se scolpito qual sète aperto e piano
v'ho nel petto e nel fronte a parte a parte,
sì che l'imagin d'indi unqua non parte,
perché siate voi presso o pur lontano?
Ma forse voi volete esser ritratto
in sembiante leale e grazioso,
qual sète a tutti in ogn'opra in ogn'atto;
dove, lassa, ch'a pena dirvel oso,
vi porto impresso, qual vi provo in fatto,
un pochetto incostante e disdegnoso.
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
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