Non mi resta altro
Se potessi mescolare la rabbia alle onde dell'acqua,
troverei scampo dalle cose che mi inseguono
come se fiutassero nelle stanze delle mia mente tutte le paure
e quelle passioni sigillate con crudele astinenza e omissioni.
Mi porta via dal male il forte ondeggio,
trasporta verso orizzonte tutti gli sbagli
che hanno alzato con gli anni una diga
contro le pareti fragili della carne.
A volte parlo al fiume e sembro un folle,
uno che preferisce annegare la sua rabbia
pur di smaltire i profondi dolori
così abili a succhiarti i pensieri dal silenzio.
E resto in riva come una scarpa usata
a costruirmi un'arca per il cuore
che non ha mai smaltito il cadavere dei suoi peccati
spesso, troppo spesso annodati al credo.
A volte parlo al fiume e guardo in alto.
Non mi resta altro.
Non mi resta altro.
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