Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)
Caro amore mio
vorrei farti sapere
che per te
rubo tempo al tempo
regalandoti gli istanti
più preziosi
ed importanti
dei miei pensieri.

Ciò accade
quando
nei meriggi afosi
il tuo volto
si può intravedere
sorgere dai marosi
posato su nuvole di sole
accarezzato da un sogno
e inseguito da chimere.

Accade
quando nella buia notte
non sono più in grado
di sostenere lotte,
mi arrendo al rimpianto
e scavalcando gli ostacoli
del mio animo affranto
ti faccio entrare nel cuore
dei suoi segreti più profondi.

Accade
quando ti penso
mentre affondi
il tuo sguardo incantato
nell'azzurro del mare
in quel punto dove
è abbracciato all'orizzonte.
In quel luogo lontano
dove crudeli eventi
hanno esiliato
i nostri attimi
di vita insieme.
Ma mai...
abbiamo dimenticato
quella felicità
che ora più
non ci appartiene.

Accade
quando tendi la mano
verso un ignoto richiamo
nella segreta speranza
di incontrare la mia
ingannando il destino
che te l'ha portata via.

Accade
quando non trattengo più
quella lacrima uguale
a quella che hai tu
e scende
bruciando sulle gote
tutte le delusioni
che raccoglie
in un fiume
denso di dolore.
Ed io vincendo
un ingannevole
senso di pudore
confesso a me stessa
che con tutto il cuore
ti desidero tanto...
e ti scrivo
per farti sapere
quello che già sai.

Ciao
sei il mio amore
immenso e bello
mi manchi
e ti penso...
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Stefania Sernicola
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Appuntamento alle dieci

    Appuntamento alle dieci
    con i marinai infelici
    e sigarette che si accorciano
    rapide come la vita:
    chissà perché
    continuo a remare
    in quest'omerico mare senza ritorno.

    Appuntamento alle dieci
    con gli angeli caduti
    e i mulini senza vento:
    chissà perché
    continuo a portare
    il saio della felicità proibita.

    Appuntamento alle dieci
    con le bambole di cera:
    chissà perché
    continuo a dimenticare
    che dietro alla porta
    c'è soltanto un forno crematorio.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie generazionali)

      La "visita serpenti"

      Vago per cimiteri,
      sempre meglio
      che per gli ospedali.
      Qui nessuno si lamenta,
      il peggio l'hanno già passato
      o fatto passare.
      Qui ci cammino vivo
      e quando mi sdraio
      mi posso riposare,
      non c'è rumore.
      La scelta è ampia
      c'è l'erba
      oppure il marmo,
      la pietra
      o piccoli sassi levigati.
      Anche il più cattivo,
      visto in fotografia
      non mi fa paura,
      e se gli auguro l'inferno
      so che non si potrà incazzare
      e farmi del male.
      E quando leggo
      "dopo una lunga malattia"
      per qualcuno non posso che gioire.
      Quando è "penosa" poi
      spero proprio che lo sia.
      Ed a chi qualche volta ci ha provato
      a farmi crepare,
      dico sorridendo
      "vedi, mi hai preceduto",
      anzi,
      per esser chiaro,
      "vedo che mi hai preceduto"
      e lo vedo con piacere.
      Ma se ci penso meglio
      poi mi chiedo se
      in fondo in fondo
      sia proprio un gran vantaggio
      restare in piedi
      a queste condizioni,
      né più né meno
      che per respirare,
      e venir qui,
      vagare fra le tombe,
      sputare addosso
      giusto a qualche foto.
      In fin dei conti
      voi siete stati bene,
      anche se non meritavate niente,
      e poi,
      il fatto che mi abbiate preceduto
      non è che mi risolva molto.
      Per voi
      il tempo che avete avuto
      è sempre stato di un bel sereno,
      il mio invece è stato ed è
      un tempo che è tempesta.
      Composta martedì 11 febbraio 2014
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Stefania Sernicola
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Passato, presente, futuro

        Memorie di treni
        partiti una notte
        senza lampioni,
        soltanto nuvole
        gonfie di niente
        e l'acquavite di un'estate:
        a volte restavo
        con gli occhi sbarrati
        a scavare il buio,
        aggrappata al cordone ombelicale
        come ad un sogno.

        Il pendolo oscilla
        nel ventaglio della luna:
        deserto di parole
        oltre al linea del ponte,
        fanali sospesi
        tra nostalgia
        e mandorli in fiore

        Domani
        un carcere senza finestre,
        alberi che non mi conoscono
        nell'aria che fuma
        fanali e sigarette;
        domani
        passeggeri nuovi
        con lo stesso destino
        malato di cancro e di noia.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Susan
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Prendimi così,
          nella mia
          semplicità,
          nel mio modo
          di vedere
          la vita cosi,
          cosi com'è,
          prendimi
          con il mio
          essere un
          po' bambina,
          un po' donna,
          un po' folle
          un po'
          nostalgica,
          prendimi cosi
          quando come
          un aquilone
          volo nel
          vento e
          mentre
          cado
          lasciami
          atterrare
          nel tuo
          amore,
          prendimi
          cosi nelle
          notti
          stellate
          quanto
          sogno
          che la
          vita è bella,
          prendimi
          con amore
          ed io,
          io prenderò
          te come sei,
          con amore!
          Vota la poesia: Commenta