Scritta da: Sannino Michele
in Poesie (Poesie generazionali)
Sorridi
lo so è difficile,
ma tu se sorridi cuore mio
mi aiuti a sorridere.
Sorridi
mio bene più profondo
che ho custodito in te
Cuore mio
Sorridi.
Composta lunedì 24 febbraio 2014
Sorridi
lo so è difficile,
ma tu se sorridi cuore mio
mi aiuti a sorridere.
Sorridi
mio bene più profondo
che ho custodito in te
Cuore mio
Sorridi.
A volte vorrei scordare che esisti
e che ti amo
per non dover sopportare questa tortura
questo stillicidio di incomprensioni
l'angoscia per le tue fughe improvvise
l'equilibrismo squilibrato tra incubo e sogno
le affannose rincorse senza mai prenderti
ma nel mio cuore batti
e così sempre mi ricordo che esisti
e che non sarebbe amore con te
senza questa tortura.
Ho cercato arcobaleni
ma le unghie della tua crudeltà li hanno annientati.
Ho cercato di carpire dei segni di speranza
ma la tua assenza li ha scoraggiati.
Per giorni e giorni,
mi sono detta che potevo ancora aspettare,
che potevo rifugiarmi nei miei sogni per attendere
che anche per miracolo tu ti fossi chinata
a chiedermi non ti ho capita, cerchiamo di perdonarci?
Ma la mia parte bambina,
si e'messa seduta sulle scale dell'infanzia
con la mia penna e la mia carta e
quello che mi aveva trafitto il cuore per colpa tua
l'ho impresso fin da piccola lì,
come se potessi leggerle tu quelle mie parole
ma non sono stata tanto importante
e ora che le mie poesie
le conoscono in tanti
mi sento meno sola.
Sono sicura che la poesia e'il tentativo di Dio
di darmi un ancora per aggrapparmi a lui
e farmi capire che lui non mi ha lasciata sola.
Una rosa
contro le ingiustizie che si consumano
ogni momento, ogni giorno, in ogni angolo del mondo.
Una rosa
questa rosa bianca simbolo di dolcezza, purezza,
per un dolore, per le paure che ti divorano dentro.
Vittima di carnefici, incuranti del male
che non sempre si potrà cancellare dagli abissi
del proprio essere sensibile ma da indurti
a sofferenze che bruciano dentro
che cambiano, da indurre a nasconderti
dietro a false apparenze.
Per te una rosa bianca
che hai la sola colpa d'essere stato
ingenuo, ottimista, da non aver compito
il male nel cuore aleggiava di chi credevi diverso.
Una rosa
per te che vivi dinanzi allo specchio del tuo io
che ascolta il cuore, che legge l'anima,
che osserva quella lacrima.
Auguri... per me,
perché in fondo in fondo
c'è
la voglia e la speranza,
che infondono...
per somma e differenza
tra il disimpegno e la costanza,
un'errata proprietà
sul concetto di divisibilità;
che invero,
come quoziente dà
l'effettiva parità,
tra l'ignoranza
e la relatività.
La politica è perfetta
è arrivata la staffetta
è successo in tutta fretta
succedendo a Enrico Letta
operazione di dubbia natura
con retrogusto di congiura
non si sa poi se dura
e nessuno l'assicura
ed il Re Napolitano
con il codice alla mano
ha concesso il passamano
per succedere al pisano
presidente Matteo Renzi
ha ottenuto assai consensi
se non vuoi che ti licenzi
stai accorto ai suoi dissensi
son manovre di palazzo
che ti mettono imbarazzo.
Se io fossi matta, ci pensi che bello!
Non più ragionare su questo o su quello.
Una cosa che ormai da troppo perdura
e che ogni uomo da sempre trascura.
Qui sparlano in molti:
saggi, stupidi e colti;
e soffrono pure, e a conti fatti,
ecco perché preferisco più i matti.
Dietro le grate di un cielo verde.
Occhi.
Occhi grandi.
Occhi piccini.
Occhi invecchiati.
Occhi stanchi.
Occhi ricchi di speranza.
Sono lì dietro le grate del mondo ad aspettare.
Mentre il mondo ricco di avarizia.
Falsità.
È chiuso dalle mani nere che lo trattengono.
Mani ricche.
Mani sovrane.
Mani nere che hanno imprigionato l'umanità.
Mentre il lusso primeggia oltre le grate.
Come chi
per sentirti
deve guardare in alto
per pregarti
ed invocandoti
sentirti sotto ai piedi
dal basso
che da lì provieni
a mescolarti col divino
ed io che t'attendo in bocca
come eucarestia.
I miei resti sono piume mutate in code
e unghia in artigli
con spiragli di ragione entro conche di follia
narcisi avvizziti
mirto e cervo in sacrificio
altari come grandi sepolcri
occhi chiusi
e braccia a croce sul seno
ché la stanchezza è mia
in questa inconsistente esistenza
e come un rapace mi schianto
tra il primo fulmine e l'ultima nuvola
a grattare cielo e scrostarlo
e che i pezzi cadano in bolgia.