Siamo atomi
elettroni che ruotano intorno a nucleoni
con in mezzo il vuoto.
Siamo fatti di vuoto
o non siamo?
Eppure quando i nostri atomi si avvicinano
in una stretta di mano
in un abbraccio
in un bacio
io mi sento al sicuro.
Bocciolo, profumato, delicato, colore d'amore e sensibilità. Reciso, sofferenza,
lo squarcio di fulmine.
Rugiada di dolore infanga l'animo inerme, coccolato da cicatrici rimarginate di lacrime amare.
Pioggia di sofferenza accarezza
l'animo, il cuore; goccia dopo goccia scalfisce ferite profonde di dolori passati.
Scia di pensieri da cancellare, sentiero tortuoso, passo lento, luoghi oscuri, nell'infinito tormento dell'animo.
Con molta educazione
una graziosa piccina chiese al capostazione
"Mi scusi signore,
dov'è il treno per un Mondo migliore?"
Il capostazione rispose affranto
"Non esiste né uno né l'altro,
mi dispiace tanto.".
Allora la piccina disse
"Va bene, grazie lo stesso,
continuerò il mio cammino
e inventerò io un Mondo nuovo
dove esiste solo l'Amore,
anche se sarà piccino piccino".
Le lacrime
non hanno sesso,
le lacrime non hanno colore,
le lacrime sono limpide gocce
nelle quali è spesso racchiuso
tanto, tanto dolore.
Le lacrime
non hanno timore,
non hanno vergogna,
le lacrime sgorgano
a volte copiose
da occhi fieri,
per non lasciare
il cuore affogare
nella tristezza,
di giorni neri.
Le lacrime
scendono silenziose,
dopo aver frastornato l'anima,
che più leggera
or riposa serena,
in attesa di una
carezza sincera.
Liberale, queste parole
Che scalpitano e scalciano
Per uscirti dal cuore
Libera sta penna
Lasciala solcare
Muoversi sul foglio
Come una barca in mare
Che la tua mano sia una vela
Che si muove col vento
Scrive ogni emozione
Descrive ogni momento
In cui il mondo, appare un po' più bello
o un po' più triste, non importa
Basta vedere un sentimento
Che ti conforti o ti stravolga
tu scrivine,
Il resto non importa.
Tra noi
gli oceani dei millenni
la vostra luce qui
naufraga straniera.
Sponde pagane
di frenesie
di buia fame,
qui è l'orizzonte freddo
degli eventi,
il divorato incanto.
Guardiamo continuamente
verso dove non si arriva,
anche in questo momento troppo stretto
impossibile da sopportare
e senza un futuro che comprenda
la pace in ogni dove.
Cosa pensa la pace
quando trova la paura
in quel figlio che muore
mentre lo veglia la guerra.
Quel rumore sopra la città,
svegliarsi e fuggire.
Mentre vanno a morire innocenti,
per avidità di uomini che comandano.
Sono stata una madre.
Con le gioie e le ansie che una sposa non conosceva ancora.
Sono stata una madre.
Amata di un amore e di un pianto neonato.
Di sorrisi e di paure sono stata una madre.
Premurosa.
Incondizionata.
Che aspettava.
Sola.
Inquieta.
Ed urlava un silenzio senza farne rumore.
Sono stata una sposa.
Che sussurrava.
Che tremava di passione,
tremava.
Sono stata una madre.
Amata nel tempo.
E un tempo.
Sono stata una sposa con i sogni di una madre.