Nel fondale
dello Ionio a
Marina di Riace
giacciono Bronzi
in stile Dorico
dell'Occidente Greco
affiorano tra le sabbie
statue, sculture
uniche, magnifiche
un Oplita
e un Re Guerriero
simili se pure diversi
opere fuse ad Argo
dalla medesima
mano
capolavori, tesori
restituiti
alla vita terrena
custoditi dal mare.
Quante volte sono
rimasto ad osservare
le foglie gialle
scivolare dai rami argentati
dal tempo
che danzano nell'aria
spinte dai bisbìgli
del vento
un po' di qui
e un po' di la
Vederle scendere
piano piano
dolcemente una dopo l'altra
ed esprimere per ognuna
di loro un desiderio
e afferrarne
alcune in volo
per cambiarne il destino
prima che si posino per
sempre a terra.
Oggetti vecchi
logorati riposti
lasciati al loro passato
in soffitte e scantinati
inusati ossidati rotti
sgarrati abbandonati
che cadono a pezzi
rubati a un tempo che
non c'è più
colori sbiaditi
parti mancanti
cose rotte d'altri tempi
attraenti rifatti riparati
curati decorati aggiustati
da scartare
incollati alla storia
e all'antico splendore
quel puzzo di un epoca e
di antichi lavori
tornati alla vita
restaurati.
Si alza il vento
nell'aria il brusio
spira soffia
tira fischia sibila
come una musica
si calma si placa
cala cade cessa
muta
in raffiche gelide
che mozzano il respiro
forte l'impeto la furia
un colpo
che taglia la faccia
cambia la corrente
una folata
una brezza
un alito un buffo
un soffio
brioso
di lieve vento.
Rughe scie radici
linee che narrano
il trascorso il respiro
il tessuto scavato
nelle pieghe sagge
della mente
che segnano il cammino
i ricordi i pensieri
di un animo
logoro stanco graffiato
di storia
incisa sopra
un corpo
avvolto dal
tempo.
Stato d'animo
avvolto nella nebbia
dalle polveri del tempo
ingannato dalla passione
vecchie radici sature
di storia passata
in cui si narra tracce
di un amore
deludente finito
disperso nei meandri
di un tempo illusorio
sparsosi nell'aria e
respirato dalla mente
e dal cuore che pulsa
nell'anima
il sapore amaro
di una emozione
di un sogno disciolto
in lacrime.
Nodi attorcigliati ai rami
alle vitacee legnose
rampicanti foglie cirri
frutti bacche acini
grappoli d'uva
nettare degli dei
frizzante allegro
vivace tenue amabile
secco doc
giovane vecchio novello
d'annata
bianco rosso rosè
dalla tonalità
giallo paglierino
ambrato
rosso rubino
granato
rosa chiaretto
cerasuolo
un equilibrio
tra profumi sapori
morbidezze
durezze
rotondo
pastoso vellutato
strutturato
che fa male
che fa ridere
cantare danzare
che fa bene allo spirito
al cuore
e non dispiace
al palato.
Dubbio è il chioccolare
del cacciatore
il verso
che induce
la preda prima o poi
a cadere nella
trappola
tradita dal richiamo
del fischio
del cinguettio
dello squittio
del fruscio
falso che non
lascia scampo
al destino
ingannandolo.
Tracce di terra
insabbiate
dall'usura del tempo
graffiate dalle ombre
dei solchi
invisibili della luce
orme sbiadite scavate
nelle polveri
del vecchio fango
radici profonde
impronte
frammenti
grovigli
di storia.
Cenciaiolo
straccivendolo
venditore
di pezze usate
rigeneratore
di abiti vissuti
maneggiati
sapientemente
con arte
con un solo tocco
dividendoli per colore
e per consistenza
strappandoli
con le mani nude
riducendo stoffe
a brandelli
in stracci cenci
restituendo valore a
indumenti vecchi
ma anche alla loro
forma e fama.