Tutto rimane scolpito nella memoria
Nei campi di concentramento
si viveva di speranza,
tutto era razionato,
il pane, il cibo, la vita.
Il cibo era il sogno,
ma anche desiderio di
poter ritornare a vivere
una vita serena,
riappropriarsi della dignità
perduta, senza annullare il valore
della quotidianità e del tempo.
Lo scorrere delle ore ci portava
ad un un'immaginazione surreale,
gli spazi angusti e la miseria
che ci circondava, la paura di morire
il terrore negli occhi si faceva sentire sempre più forte,
l'aria satura di morte, la crudeltà
umana che non conosce confini,
spinta a livelli inimmaginari,
tutto rimane scolpito nella memoria
tutto traspare negli occhi di chi l'ha vissuto.
Composta lunedì 27 gennaio 2020
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