Dovrò lasciare questo corpo,
tra dolore, grida rimpianti e paura,
dovrò lasciare queste amate
miserie, questi amori, queste debolezze,
lasciare piangendo questo tremore di vita
questa terra tanto amata.
Verso sconosciute regioni,
verso sconvolgenti pentimenti,
verso l'eterno Dio,
o il nulla, l'infinito niente
ghermirà i miei pensieri,
la mia coscienza.
Dovrò lasciare i miei silenzi,
la mia amata solitudine
la mia debolezza la mia illusione,
la mia fagocitante nullità,.
Solo allora m'accorgerò
che l'acerrima nemica non esiste,
è solo una menzogna una pietosa bugia,
è solo una faccia della stessa medaglia,
che la vita e il male sono eterni,
che il bene è l'eterna sfida
l'eterno rincorrere se stessi
verso un futuro sempre diverso,
sempre uguale.
Sempre uomini, sempre bestie,
sempre santi sempre assassini,
sempre casti sempre prostituti.
Composta nel febbraio 2010
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