La rondine e la rana
All'apparire del solstizio estivo
vaga la rondine per il ciel sereno
e tutt'intorno inonda del garrir festivo.
Ora repente in alto, ora s'abbassa
or brevemente librasi, ora il terreno
volteggiando lambe con scattante mossa.
Nella belletta posasi per la materia
del costruendo nido e alla rana
che nella fanghiglia sguazza solitaria:
Rotoli sozza e gracidi contenta
e stai in cotanta puzzolente melma.
In acqua, però, poi, mi rituffo attenta
dice la rana; non tu che ne fai letto
e giorno e notte ci rimani accolta.
Mira il tuo sporco e ner'aspetto
così t'accorgi che d'essa resti avvolta.
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