Scritta da: Nello Maruca

Fiore

Dettami o mio Signore parole alate che superi
Il lor suono di capinera il canto ond'io imperi
In versi corta esistenza di sì cotanto splendido
Gran Fiore. Descrivere vorrei suo volto candido
Col garbo e maestria del sommo Dante ma in povertade
Di pensieri m'accingo ad affrontare in umiltade
Ardua impresa con mente mia che flette e non connette
Chè al cospetto d'Anima sublime, stanco, non permette
Ravvicinar divario frapposto in povertade di pensieri
Miei e magnitude di grandezza Sua.
Dea, che di Latona figlia e del gran Giove dio degli dei,
a somma vetta dell'Olimpo assisa che al Dio di luce
Apollo fosti sorella, di ninfe circondata, in castitade,
degl'Inferi, del Cielo e della Terra Triforme venerata,
di caccia assai devota, dei boschi protettrice, peristi!

Stella che brilla di mattino e all'apparire del sole
Corre e va via; Viola di prato di delicato odore,
fragile e bella inebiatrice dei campi tutt'intorno,
Garofalo rosso di profumo intenso, candido
E di purezza intriso Giglio; peristi! E vuoto
Intorno a Te molto lasciasti.

Ma nello spiccare lo volo nei luminosi Lochi
Che agli Angeli di Dio son riservati, seme lascasti
In terra a germinare che sviluppò e in luce crebbe
Di luminosa luce e di bellezza a simboleggiar
La Tua figura eletta. Un Fiore fosti, come tal peristi;
Fiore altro come tale in terra non è che ognuno
Al Tuo cospetto affievolisce; nessun paragone degno
è esserTi posto.

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