L'abbandono
Nelle tristi passeggiate estive
solo mi trovo presso quel ruscello
laddove era tutto lustro e bello
mentr'ora appare sterile e brullo
per la tua assenza, mia soave stella,
e pure le foglie che son verdi e vive
paiono mosce, penzolanti, smorte.
Ti dipartisti e più non ritornasti,
provocato in cuore m'hai enormi guasti.
Sono certo, non a male lo facesti
se dentro tieni quei sentimenti onesti
d'allora che amore giurasti fino a morte.
Certo è la sorte che ti tien discosta,
non scema, però, la pena dell'abbandono
giacché sognato sempre avea in quel dono
ch'avere la donna amata spera ognuno;
sentirsi gratificato, essere qualcuno
d'aver seco l'amata di carezze desta.
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