Uomini in marcia
Per capire devi pensare a un deserto,
fatto di sabbia e ghiaia e rocce,
e a un paio di piedi nudi, scuri e lenti,
con tanta polvere e graffi ovunque.
Uomo o donna non importa,
né se sia giovane o vecchio.
Non deve farti pena, non è per questo che è li.
Non gli importa di te e tu nemmeno interessati di lui.
Ma guardalo.
Grida.
È un grido sordo e senza fiato,
la sua bocca è ferma
ma tu puoi sentirlo chiaramente.
È ciò che resta di un mondo di un futuro possibile.
Un mondo pieno di bandiere,
ma senza nessuno che le bruci più,
quel gesto non ha nessuna forza ormai.
Un mondo pieno di pace,
perché la gente ha smesso di combattere,
si, e di parlare e di pregare, di discutere,
di fare la pace.
Un mondo pieno di matrimoni
che durano vite intere, vite lunghissime.
Perché gli uomini hanno smesso di amare:
ora possono stare insieme, per sempre.
Un mondo pieno di verità:
nessuno mente più, ogni cosa ha il suo vero nome,
così la gente ha smesso di cercarglielo il nome,
e di imparare, di crescere.
Lui cammina,
è l'ultimo retaggio di un mondo ormai estinto.
E un grido lo accompagna.
Lui è pieno di nome come il suo mondo lo è di fatto.
Pieno infine crolla a terra e muore.
Come il suo mondo.
Pieno di niente, eppure
più desiderato del presente.
Composta mercoledì 17 agosto 2011
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