Transitare verso Dio
A che varrebbe del mortal la vita, a quale scopo,
a qual missione data, s'altro non fosse
che nascere e morire, come mattin, meriggio,
e notte infine!
Ben si conosce qual è terren destino
e ancor peggio s'avverte nell'arduo cammin
verso la meta.
C'è chi si affanna e chi pigro s'indugia,
entrambi intenti l'ultimo traguardo,
presto e tardi, a tagliar; ma qual è
il premio, quale l'ambita sorte.
Varcar la fatal soglia esser potria
ma sol per chi con grave affanno
e periglioso sire, il suo sentier percorre.
Da mali e dal dolor perseguitato,
altro Ei non brama che ai suoi dì per fine,
e ai suoi torrenti.
Ma stesso non saria per chi nella dovizia
e nei piaceri trascorse il tempo suo,
ed Ei paventa quel che l'altro invoca.
Ed ancor che fine di chi venuto
ratto ne uscia senza orme lasciar;
qual è il suo premio, quae ne è il disegno,
quale lo scopo della terren comparsa!?
E se Vita fosse Morte, da quali lidi
dannati noi saremmo qui a condurla!?
E seria morte allor rinascita! A che cosa?
A qual seren ritorno?
E ancor minima seria alfin la pena,
anche se lungo fosse, in queste urane
spoglie, il permanere.
Or del Mister qual è la soluzion disiata,
qual è la Verità?
C'è chi a Dio si volge ed in Lui confida
per impanare l'intricata tela e chi agli Astri
dimanda, chi alle Scritture: ma a niuno
di costor saper n'è dato come squarciare
dell'ignoto il velo: scienza non avvi, non
strumento alcuno, atto ad esplorar la Sua soave
nebbia.
Sol chi dentro se stesso sa trovare la risposta
al Quesito, solo a costui, Fede, Speranza e
Amore, spianeranno il cammin
verso la Luce di Te o Signore.
Composta martedì 22 marzo 2011
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