A mia figlia
D'estate ti tenevo tra le braccia
sugli arenili caldi delle spiagge,
e insieme cercavamo tra le rocce
conchiglie consumate dalle piogge.
D'inverno ti portavo sulle spalle,
fra sagre e ricorrenze di borgate,
per evitarti il bagno di una folla
che divorava rustiche crostate!
Ed ora mi sorprendo ad inseguire
i segni del tuo nuovo portamento,
soffrendo per quel lesto divenire
che suscita nell'uomo il sentimento.
Nell'aria sonnacchiosa del mattino,
fragranze che risvegliano la mente:
profumi di quel trucco sbarazzino
esaltano il tuo corpo adolescente.
Il tempo, intanto, vola via
e ti ritrovo donna all'improvviso,
tu che dissolvi la malinconia
dei giorni, spesso, avari di un sorriso.
Ma il cuore resta preda dei pensieri
e annaspa se la sera torni tardi,
in questa selva dove quei guerrieri
al buio ridiventano codardi!
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