A Margrith
Tu sei passata come la tempesta.
Piange l'ulivo coi suoi rami rotti
il dolore del vento,
il tempo si riposa nel silenzio,
e, sopraffatto,
tra l'umide ferite della terra
giace il corpo di un vecchio.
Inutilmente
la misera pietà d'un bianco telo
lancia grida di sfida all'universo.
Sordo è lo spazio e Dio
guarda da un'altra parte.
Intanto verso Nord, passati i monti,
dove il cielo è più cupo,
l'uragano,
mai sazio di flagelli,
lacerando
procede la contesa
d'altre vite alla Vita.
Composta martedì 31 agosto 1965
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