Questi canoni bestiali
di istinti primordiali
portati all'esasperazione,
l'individuo che si esalta
di fronte all'individuo stesso,
le diffidenze e le arroganze,
le indifferenze e le lontananze,
le subdole giustificazioni
alle loro egoistiche azioni.
L'amore muore
sotto il macete del sesso facile,
un boia di nome Apparenza
taglia la testa
alla nobile Sostanza.
E' un secolo logoro,
e ormai avvelenato
dalla presenza di anime morte,
dal volto mascherato.
Nessuno dona più
senza sapere di poter guadagnare.
Molti addirittura non guadagnano,
ma si limitano a rubare.
Qualche anima va ancora biascicando
il verbo rispettare,
ma sono tutti lì in trincea
pronti solo a massacrare.
Del progresso e la sapienza
hanno fatto abuso a oltranza.
Burattinai coscienti
di anime imploranti,
burattini disperati
nelle mani di disgraziati.
Virtù e difetto si van mescolando,
funamboli di emozioni gentili
danzano in equilibrio su corde tese
tra il passaggio di anime vili.
L'inferno reclama prepotente
il suo posto in mezzo alla gente,
il paradiso tremante si nasconde
in un angolo di cuore
nelle poche anime ancora feconde.
Il pudore è ormai ricordo arcano,
nell'epoca in cui d'amore
si parla spesso invano.
E in questo gran bordello,
di sentimenti rotti,
di fiori calpestati,
di orrori emotivi perpetrati,
di sorrisi rubati,
di devozioni umane assenti,
resistono ancora i poeti
con la loro penna carica di intenti.
Tra una rima e un'assonanza
vanno cercando la loro speranza.
Speranza che l'amore
ormai ucciso dalla modernità
riposi e poi ritorni
a illuminare le anime puttane
di questa impoverita,
assurda umanità.
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