Ibrida creatura
Ali angeliche,
su, di demone, il corpo,
senso non hanno,
o spirito assorto,
immobile,
solitario,
in cerca quasi di agognante conforto.
Son qui, a scrutarti,
sogno o son desta?
Se di sogno trattasi,
realtà non può essere...
muovermi non oso
e, al tuo avvinghiante sguardo,
rispondere, neppure provo.
Se, all'inverso, sei tu reale
qui esser non dovresti,
bensì nel tuo mondo irreale,
fatto di ghermente fuoco infernale?
Neri angeli ribelli?
Anime fosche e dannate?
O forse son tutte sbagliate?
Fatto di impalpabili nubi leggiadre?
Candidi angeli, eletti?
Esseri di luce coperti?
Rispondermi non vuoi?
Ebbene, allora oso
e, nei tuoi occhi,
seppur con trepido timor,
lo sguardo mio, poso.
Occhi non d'inferno plasmati,
né di azzurri cieli sconfinati.
Comprendere non so,
ma una cosa è certa,
quella lacrima che scruto scendere, lenta,
non è perversa, né insulsa
ibrida, fragile, confusa creatura.
Vederti così soffrire
tu che, da laggiù, vieni,
o da lassù.
È, la mia mente, ferire.
Composta mercoledì 19 marzo 2014
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