L'acqua a pezzi e la notte a Venezia
Arriva lenta,
poca e stanca.
Appare fra le due tavole di legno marcito
si stringe per passare
e subito diventa buia,
l'acqua alla cavana.
Si appoggia al muro
e torna indietro.
Di poco,
come se sapesse di essere arrivata alla fine.
Abbandonata dall'acqua madre
già lontana nel canale.
Si sofferma
e lì riposa.
Rumore leggero e ripetuto,
un respiro preciso
che ci posso contare il tempo
con gli occhi chiusi.
Farlo minuti,
ore,
una notte intera.
Come stanotte,
che l'acqua entra già buia,
nera.
Ed io
finalmente non mi vedo più.
Composta venerdì 27 novembre 2015
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