Resurrezione
Tu che hai la pantera nel nome
e ti vesti del suo fascino mortale
non appena la preda resta invischiata
nell'agguato dei tuoi occhi traditori
'ché nascondono una guerra sorniona
da giocar fin allo stremo a colpi di sospiri
celandone il pericolo con sguardi pastello;
tu che indossi l'avvenenza del giaguaro
e camminando ne utilizzi l'incedere elegante
da poter girar gli sguardi ai possibili compagni
per placare la tua sete di amore bollente,
esaltando ad ogni passo una ferrea fierezza
che alimenti foraggiando maculata autostima
ottenuta con vittorie sulla vita quotidiana;
tu che t'armi dell'ipnotica attrazione
che il volto della tigre effonde
sul nervo di colui che ha la sventura
di incrociarti senz'aver difese interne,
cui irrompi con artigli infiammati
dilaniandone lo spirito, assaggiandone la carne
per poi riposarti sul fianco appagato;
tu che come il gatto fai le fusa se felice
come quando cerchi affetto dopo essere appagata
o imitando il miagolio nella parte più elevata,
poggiandoti al cuscino che attende i tuoi sogni
e stringendoti al braccio del notturno padrone
cui riversi ad occhi chiusi la felina dolcezza
che regali solamente a chi sa accarezzarti;
tu il cui ricordo mi rivive sulla pelle
e respira attingendo ai miei polmoni,
ossigena i suoi occhi usando il mio sangue
e gode rivivendo ogni istante degli orgasmi
che azzurri avvamparono nelle ore più impensate;
tu che hai portato una luce dentr'al petto,
tu... tu con ludibrio m'hai ridato la vita.
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