Lamento di un poeta
Io esisto, e piango nella mia solitudine...
di lacrime di sangue, perché
la gente e i miei amici sono scomparsi
ed io son qui viva.
Chi non fu ucciso dalla fame
fu massacrato dal fucile
ed sono qui, in questa terra lontana,
a vagare tra la gente gioiosa che dorme
su soffici letti e sorride ai giorni.
Io sono qui a vivere nell'abbondanza
e nella pace... è questa una grande
tragedia, a pochi preme assistere
a questo dramma.
Il peso dei giorni bui sui miei
occhi incavati. Al mio cuore piangente
e alla mia anima ferita.
Colui che condivide con la sua gente
il dolore e il tormento
riceverà il supremo conforto che solo
può dare il sacrificio della sofferenza.
Io sono viva, gente affamata e perseguitata,
verso il martirio.
Vivere all'ombra della serenità
e la gioia della pace.
Quale valore per loro può avere
il lamento di un poeta assente.
Impugnando la spada della verità
s'immortalerà a fianco della Verità
Eterna, perché la vita è più debole
della verità.
Cosa si può fare per coloro che
stanno morendo.
I nostri lamenti non appagheranno
la loro fame, e le nostre lacrime
non estingueranno la loro sete.
Composta nel settembre 1999
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti