Mi riallaccio al tuo commento n°5 per dire che le parole hanno senso per chi riesce a interpretare quello che si scrive e il periodo in cui esse vengono composte.
Molto tosta, di grande effetto.
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Tutte le volte che ho comunicato questa sensazione, tranne un solo caso, ma vabbè, mi hanno detto che il paragone era azzardato e mi hanno dato della pazza.  Mi chiedo: può una qualsiasi cosa definirsi "irreale", addirittura "falsa" solo perchè non ha avuto un suo sviluppo nei "fatti"?
Mi addolora moltissimo quando la gente misura la verità sempre e solo con "i fatti".  Penso che a volte la verità  la si debba cercare  fuori dalla formalità di questo mondo in cui anche le parole non sono che scarabocchi senza anima e la poesia viene liquidata come "lamento" e i poeti come "isterici". Se non si legge neanche più, perchè tanto le parole non hanno senso, o lo hanno solo finche restano su carta e non si capisce che non c'è una reale frattura tra ciò che si scrive e la vita che viviamo, mi chiedo che cosa ci potrà salvare da questo abisso in cui mi sembra che stiamo precipitando a velocità supersoniche...

Penso che niente muoia veramente. Come si dice, "tutto si trasforma" e penso che ogni cosa non solo si trasformi un numero infinito di volte essa stessa, ma abbia la capacità di coinvolgere nella trasformazione tutto ciò con cui entra in contatto. Insomma, siamo come una specie di massa per pizza che si amalgama continuamente. Ma il punto non è quando una cosa nasce, fa il suo corso e alla fine muore o, appunto, si trasforma. Il punto è quando certe cose ti sembra di doverle  o a verle UCCISE. Non so se vi capita mai  di avere la sensazione che tra un amore, per svariatissime ragioni  soffocato, e un infanticidio non  passi molta differenza...

Brrrrrrrrrr
molto efficace però

Tutto muore, ma se vivendo lascia traccia di se in ciò che sopravvive, muore veramente?
...Bella e d'impatto, per quanto densa di tristessa e rassegnazione.