La testa gira, come un tormento. La nausea. L'odore del vino, di quel lambrusco acido.
Quello che costa poco e ti spacca lo stomaco.
E cammina verso il bagno. A piedi scalzi.
Così impari cara mia bella festeggiata.
La mente ancora parla.
E ci provi a farla parlare. Per non sentire altre voci, per non sentire il rumoroso affanno di un uomo.
Di chi ieri ti ha toccato. Di chi ieri ti è entrato nell'anima. Veloce. Poi è sparito.
Sente il gelo sotto alla pianta del piede, il pavimento di marmo.
Sembra il gelo del silenzio.
Quando il respiro si fa più lento, quando il piacere viscido è finito.
Rimane solo il silenzio. E la paura delle parole, ti si bloccano in gola perché non riceveranno comunque risposta.
Riceveranno solo attese, lunghe, feroci e sfinenti.
Apre la porta della camera. La maniglia è calda.
Il legno scuro sembra accarezzarle il tatto.
Un secondo di sollievo.
Composta venerdì 4 dicembre 2009
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti